Sul ciglio del burrone, Montella e il Milan invece di scivolare pericolosamente, hanno ripreso a scalare la montagna. E da ieri sera, dopo il successo a Reggio Emilia col Sassuolo, una volta bestia nera, sono risaliti al settimo posto che non è un granché ma rappresenta un promettente passo avanti dopo le ultime deprimenti sequenze. Romagnoli di testa da angolo e Suso con una dei suoi dribbling avvolgenti con sinistro nell'angolo, un gol per tempo, hanno messo fine a un preoccupante digiuno di centri e in particolare di gioco efficace. Il Sassuolo si è arreso molto presto, a fine della prima frazione, senza riuscire a cambiare indirizzo alla sfida e al risultato. Anzi, il primo gol ha dato forza e convinzione ai rossoneri che nella ripresa hanno messo al sicuro il successo. A questo punto del torneo è evidente un'altra caratteristica: il Milan di Montella viaggia meglio. Ha vinto l'ultima volta a San Siro il 20 settembre, quasi due mesi prima, fuori da Milano è reduce da due squillanti vittorie. A Verona col Chievo, e a Reggio Emilia col Sassuolo, ha imposto anche il gioco così da mettere al sicuro la panchina del suo allenatore. Discusso a ogni partita per il ritardo in classifica ma uscito, prima della sosta, ancora più saldo. Alla ripresa, quando tornerà Bonaventura ad esempio, sarà possibile migliorare. Il settimo posto non è il traguardo ma può rappresentare il trampolino di lancio. Date un'occhiata al calendario: a parte il Napoli, il Milan ha incontrato tutte le grandi, compresa la Samp che le stanno davanti, e avrà sfide meno complicate.
Le parole separate dai fatti. A parole il Milan ha continuato a difendere Montella e il presente con l'intervento preliminare di Mirabelli che ha battezzato «cose giornalistiche» le voci sui contatti con Antonio Conte. Sarà. Ma nel frattempo ci sono anche i fatti. E a proposito di fatti Han Li, il braccio destro del presidente, è stato segnalato a Londra per assistere a Chelsea-Manchester United e la coincidenza si presta a più di una maliziosa interpretazione. Di sicuro Montella, nel pre-partita, seduto in panchina tra ds e Fassone, ha la faccia scura, forse per via della tensione e dei rischiosi scenari che tutti i giornali hanno descritto ieri mattina. Quasi per effetto di questo clima il suo Milan ha avuto una partenza macchinosa e deludente che ha consentito al Sassuolo di mettere subito alla prova la reattività di Donnarumma (parata sulla stoccata di Mazzitelli) seguita al ko rimediato da Calabria (Abate il sostituto). Solo nel finale della prima frazione, appena Kessiè ha preso il sopravvento a centrocampo e sfondato un paio di volte, i rossoneri hanno costruito un paio di golose occasioni cancellando il fastidioso zero degli ultimi tempi. Sulla prima (testa di Kalinic), Consigli è stato strepitoso nella deviazione in volo, sulla seconda (angolo successivo) Romagnoli ha anticipato il portiere e firmato il primo sigillo stagionale. Sciolto il grumo, che è tecnico oltre che psicologico, il Milan può distendersi meglio nella ripresa, apparecchiare un calcio geometrico ed efficace, sfiorare il raddoppio con Kessiè (parata di Consigli), finalmente all'altezza delle aspettative, prima di mettere il sigillo del 2 a 0 con il solito Suso. Liberandosi di Peluso in modo perentorio, lo spagnolo ha piantato il suo sinistro velenoso all'incrocio e messo la sfida sui binari più sicuri del 2 a 0.
A quel punto Montella è tornato al vecchio, caro 4-3-3 (con Locatelli al posto del deludente Calhanoglu) per tenere al guinzaglio la reazione del Sassuolo che ha un limite vistoso in attacco. Un solo gol nelle 5 sfide domestiche ne è la conferma plastica: adesso è Bucchi, il discusso sostituto di Di Francesco, a correre rischi.
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