Il Milan si accende con Rebic e si spegne con Cutrone

Il croato in gol, ma l'ex rossonero entra e con i viola in 10 trova il rigore (dubbio) che Pulgar realizza. Gigio out

Il Milan si accende con Rebic e si spegne con Cutrone

Il Milan resta il re delle occasioni sprecate. Simbolica quella di ieri sera a Firenze. Davanti nel risultato col solito Rebic, davanti nel numero in campo, per l'espulsione di Dalbert, si lascia risucchiare dalla Fiorentina che arriva al pareggio per via di un rigore che provocherà più di una polemica. Al netto degli errori di arbitro e varista, resta una clamorosa occasione persa che impedisce ai rossoneri di fare un passo decisivo in classifica e di restare tra color che son sospesi, galleggiando in una condizione che non può certo soddisfare. Tra gli episodi chiave restano il diamante di gol di Ibrahimovic azzerato dal var e il rigore del pareggio viola. Ma le responsabilità maggiori sono del Milan e della sua ultima mezz'ora da dimenticare.

Si può cestinare un gioiello? Può capitare in questo calcio italiano, regolato da un parametro demenziale, interpretato in modo forse letterale dal varista Nasca e poi confermato dall'arbitro Calvarese. Perché è vero che Ibra viene colpito dal pallone sul braccio lungo il corpo perché spostato da Dalbert ma poi comincia una seconda azione nella quale lo svedese dribbla prima un rivale e vince poi un rimpallo con un secondo (Caceres) prima di regalarsi una prodezza balistica che è un gioiello di gol. E invece il Milan resta a secco nonostante una frazione, la prima, comandata da cima a fondo nel gioco e nelle occasioni (Rebic, su cross di Castillejo, gira di testa centrale sotto porta), lasciando alla Fiorentina soltanto la briciola di un tardivo rinvio di Donnarumma e poco altro ancora a dimostrazione plastica di un dominio esercitato in particolare dalla coppia Bennacer-Kessiè, a centrocampo.

La seconda frazione comincia con la resa di Donnarumma a un acciacco muscolare sostituito da Begovic che debutta, a freddo, con una deviazione convincente su Chiesa ma prende una piega diversa appena il solito rapace Rebic approfitta di un rinvio maldestro di Caceres per chiudere nell'angolo (complice una deviazione di Pezzella) e firmare così il sesto sigillo in 7 presenze che è un record con i fiocchi per il croato. Appena la Fiorentina, sospinta finalmente dalla voglia di risalire la china, mette la testa fuori dalla propria metà campo, finisce in dieci per l'espulsione di Dalbert colpevole dello sgambetto su Ibra lanciato sul limite dell'area di rigore. Nel finale Iachini rischia tutto con Cutrone lanciato nella mischia ed è in qualche modo la mossa decisiva perché è il protagonista del rigore, contestato dai milanisti, che consente a Pulgar di firmare dal dischetto l'1 a 1.

Questa volta Calvarese decide da solo ma non si avvede di un particolare decisivo e cioè nella corsa spalla a spalla è Romagnoli ad anticipare col piedino Cutrone deviandogli il pallone in angolo. Finale tutto di marca viola: Fiorentina meglio in 10 che in undici, Milan che stacca la spina in superiorità numerica convinto d'avere in tasca la sfida. Gravissimo errore.

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