Un successo con il fiatone, ma che lascia il Napoli a braccetto con la Juventus e sulla scia della superRoma di Garcia. Era una notte scivolosa quella del San Paolo e non solo per la pioggia caduta nel secondo tempo: il pronostico era tutto dalla parte della truppa di Benitez, considerando che il Catania veniva da uno zero su cinque in trasferta e si presentava a Fuorigrotta in piena emergenza; nonostante il turnover applicato da Don Rafè, la squadra comincia ad avvertire un po' di stanchezza per la quinta partita in 15 giorni e ora arriveranno le importanti sfide con Marsiglia e Juve; il tecnico di Madrid aveva deciso di allentare la pressione evitando il ritiro pre-gara (pratica poco diffusa dalle nostre parti, ma molto praticata all'estero), quasi un premio dopo i tre punti conquistati tra le polemiche a Firenze.
Il copione sembra però seguire la logica: in venti minuti il Napoli colpisce due volte con i suoi cannonieri principe (Callejon e Hamsik, sei gol a testa in queste prime giornate), poi le cose si complicano per la rete degli etnei di Castro nell'unico tiro in porta del primo tempo, complice una disattenzione difensiva con l'azione nata dal lato di Uvini, adattato a terzino destro in luogo dell'infortunato Mesto. Si riaffacciano così i fantasmi del Sassuolo, l'unica squadra a bloccare i partenopei a Fuorigrotta in questa stagione. Il Catania rischia di capitolare più volte (Andujar alza il muro in almeno quattro occasioni) ma riesce anche a pungere con l'attivissimo Castro, il migliore dei suoi in fase offensiva, che recrimina su un presunto fallo di Behrami in area.
L'undicesimo Napoli diverso in 11 partite di campionato conferma una sua peculiarità: arriva facilmente al gol nei primi 15 minuti, segno di un ottimo approccio alle sfide. La bellissima rete di Callejon è infatti l'ottava degli azzurri nel quarto d'ora iniziale e cancella subito il brutto infortunio (probabile distorsione al ginocchio) di Mesto. Il bis di Hamsik - in gol dopo un mese e qualche prestazione non al top, oltre che un paio di panchine «rigeneranti» - esalta i 50mila del San Paolo e celebra la 275ª gara in azzurro di Marekiaro. Castro sfrutta però una bella azione avviata dal colpo di tacco di Maxi Lopez (ieri 99 in A) e proseguita dal preciso cross di Biraghi, scuola Inter. Il secondo gol stagionale dell'argentino, il primo dell'era Di Canio dopo 300 minuti di astinenza, gela il San Paolo e riapre virtualmente il match.
Il Napoli torna però padrone del match: possesso palla devastante, azioni in velocità e un tiro a segno verso la porta di Andujar. Che nega il gol per due volte ad Higuain, ancora a secco ma preziosissimo nei movimenti offensivi («ma sono contento perchè sto dimenticando l'infortunio e sto recuperando la forma, il gol arriverà», così il Pipita), poi ad Hamsik e Insigne. Tutte occasioni che legittimano il successo del Napoli, anche se non concretizzare le numerose palle gol sarebbe potuto costar caro contro un altro avversario. I partenopei stanno crescendo e mantengono un ottimo passo in campionato. Il Catania sfrutta poco le azioni su palla inattiva, conferma le difficoltà lontano dal Massimino (dopo il poker incassato dalla Juve quanto meno limita i danni a Napoli) e fa capire come sarà complicata la sua stagione. Ma De Canio, privato di Bergessio per almeno due mesi, dovrà intanto fare i conti con un'infermeria affollatissima.
La squadra di Benitez può così tuffarsi in una settimana decisiva: prima il Marsiglia, crocevia del cammino europeo, e la sfida con la Juventus. «Ma quello azzurro è un progetto appassionante», dice Callejon. E se lo dice un ex del Real Madrid...
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