Tra Napoli e Milan è uno snodo da scudetto. Con lo sguardo al futuro

Gara decisiva per il presente, ma le società sono sane e già pronte per il salto di qualità

Tra Napoli e Milan è uno snodo da scudetto. Con lo sguardo al futuro

Tutto è dalla parte del Napoli. Innanzitutto i numeri: dal 6 gennaio, ripresa del campionato dopo la sosta natalizia, è la squadra che ha collezionato maggior numero di punti. Ha la migliore difesa del campionato. E infine, come riconosce lo stesso Luciano Spalletti, «siamo al top della condizione, i milanisti non possono essere più motivati di noi». Non manca proprio niente. Nemmeno il clima con l'esaurito dello stadio e, parole dello stesso Luciano, «la benedizione di Maradona». «Sarà motivante e stimolante trovare quell'ambiente» la replica da Milanello dove non ci sono santi da invocare perché l'unico, probabilmente disponibile per la panchina, è Zlatan Ibrahimovic al secondo giorno consecutivo di allenamento con il gruppo squadra e perciò in grado di giocare 15-20 minuti al massimo. Persino le statistiche parlano napoletano. Basta guardare ai precedenti tra i due allenatori, un intreccio di sconfitte e pareggi nel migliore dei casi, per Stefano Pioli. «Prima o poi riuscirò a batterlo, spero più prima che poi» è la frase del rossonero pronunciata quasi in contemporanea con il collega napoletano che gli replica a stretto giro di battuta («spero più poi che prima!»).

Se tutto è dalla parte del Napoli, c'è qualche precedente in materia che conforta il Milan in partenza verso lo svincolo scudetto, inatteso a casa Milan e perciò, come riconosce lo stesso Spalletti, «merito del lavoro di tutti, club, allenatore, calciatori». Nella classifica avulsa, il Milan è davanti al gruppo di testa anche se all'andata pesa la sconfitta patita a San Siro (gol in apertura di Elmas di testa su angolo, gol dell'1 a 1 annullato a Kessiè per un fuorigioco geografico di Giroud steso per terra!), mentre rianima il pronostico i precedenti nei viaggi a Napoli: l'anno scorso, con Gattuso in panchina, e Ibra scatenato in campo finì 3 a 1. «Vincerà chi difenderà meglio» è la convinzione di Pioli, anche qui la cifra tecnica è in evidente deficit considerata la mancanza oltre che di Kjaer, anche di Romagnoli. Perciò non è il caso di difendersi né di puntare al pari che servirebbe soltanto all'Inter e nemmeno di lasciarsi condizionare dalla fatica del derby di martedì sera.

«Ci ha aggiunto energie piuttosto» è la convinzione di Pioli al quale resta, dopo la goleada interista sulla Salernitana, il rimpianto di aver perso proprio a Salerno due punti preziosi nella rincorsa. «Da qui alla fine ci sarà altalena di risultati e nessuna delle prime cinque vorrà scendere» è la filosofia di Pioli che per il resto ha già deciso come schierare il Milan, partendo con Kessiè trequartista mascherato, per poi ricorrere a Rebic e Ibra nel finale. Già perché bisogna anche avere la forza di cambiare le sfide nella parte finale, quando le energie vengono meno e c'è bisogno di nuove vitamine. «Quasi quasi spero che Spalletti schieri la difesa alta» è l'ultima frase galeotta stesa sulla vigilia di questo Napoli-Milan che non somiglia a nessun altro precedente.

Adesso c'è un Milan risanato nei conti, squadra dall'età media più giovane del torneo e con valori commerciali che sfiorano i 500 milioni, al pari del Napoli. Sono loro il futuro del calcio italiano e probabilmente non è ancora il momento del cambio della guardia.

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