Nessuno può stare sulla sponda del fiume il commento 2

Non è mai successo, nel felice, felicissimo ciclo berlusconiano, che il Milan vivesse l'attuale condizione. Non di classifica ché con Capello ritornato su un destriero bianco da Madrid nel '97 andò persino peggio mandando in fumo una costosa rifondazione scandita dagli arrivi di molti olandesi (Kluivert, Bogarde, Reiziger), un gigante tedesco (Ziege) e un portiere durato pochissimo (Taibi). Non è mai successo che il Milan vivesse con all'interno due distinte correnti: una, incarnata da Galliani, i suoi più stretti collaboratori, e Allegri, l'antico regime insomma, considerato da tutti vicinissimo al passo d'addio; l'altra rappresentata da Barbara Berlusconi e dai candidati del prossimo ribaltone, Paolo Maldini, Albertini, etc. più Clarence Seedorf designato dallo stesso patron Silvio Berlusconi quale futuro allenatore delle legioni rossonere. Il rischio, infatti, è quello di assistere a una parte del Milan che voga, lotta, si dispera per uscire dalla crisi tecnica ed emotiva nella quale si dibatte attualmente e una parte che se ne sta sulla sponda del fiume ad aspettare che si concluda la missione dei reduci. L'assenza di Barbara Berlusconi, a Verona, dove qualche anno fa debuttò in modo suggestivo (assistendo al successo firmato proprio da Pato, all'epoca, suo fresco compagno), viene vissuto all'interno del club come il distacco della seconda corrente dall'attuale gestione.
I calciatori della real casa, i tifosi, oltre che i cronisti, osservano e tirano le conseguenze: la divisione può solo moltiplicare lo smarrimento. Una condizione di così evidente insicurezza può risultare fatale alla fragilissima nave milanista che si appresta, tanto per ricordarlo, a giocarsi oltre che la risalita in classifica, anche la qualificazione agli ottavi di Champions, e il tutto entro dicembre, non tra un anno. Perciò è utile, anzi indispensabile che questa condizione di apparente divisione tra il “vecchio” e il “nuovo” Milan venga di fatto cancellata.

Non soltanto con qualche dichiarazione di facciata. Ma anche con presenze simboliche. Che a volte valgono più di una nota all'agenzia. Proprio come accaduto a Barcellona, per esempio. Sfidando la morbosa curiosità delle telecamere.

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