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Le ossessioni di Maurizio, Simone e Antonio

Le ossessioni di Maurizio, Simone e Antonio

Sarri, Inzaghi e Conte se lo stanno giocando. Lo scudetto, intendo. Non possono essere discussi per questo. Hanno idee diverse ma sono uniti da un filo impercettibile e significativo: non amano l'artista, fanno fatica a sopportare il genio, preferiscono il gregario, lo scolaro diligente, il soldatino che rispetti gli ordini. Sarri ha ammesso che con le sue idee di gioco non avrebbe mai tollerato di concedere tanta libertà a Dybala. Bravo, continui così. Inzaghi ha costretto Lotito a vendere il venticinquenne Felipe Anderson, fuori dai suoi schemi, e, prima di disegnare l'attuale Lazio, con due figure come Milinkovic Savic e Luis Alberto e due punte come Calcedo o Correa e Immobile, ha battuto la testa, più volte, l'anno scorso, in campionato e coppe. Conte, per i deboli di memoria, non gradì l'arrivo di Pirlo alla Juventus, entrò in dissidio con Hazard al Chelsea e, oggi, tiene in panchina Eriksen, portato via al Tottenham in cambio di milioni tanti (50 tra salario, commissione e cartellino) invece di prenderlo con sensibile minore esborso a giugno.

Il salentino pensa che il danese debba inserirsi e integrarsi al ritmo e agli schemi interisti, così come Sarri ritiene che Dybala non possa esibirsi in contemporanea con Higuain e Ronaldo, mentre Inzaghi ha capito in ritardo, ma con esiti grandiosi, l'efficacia di quel quartetto fortissimo. Una squadra che ha un grande allenatore in campo può anche fare a meno di un allenatore a bordo campo. Uso un paradosso di Carmelo Bene ma penso che sia opportuno ricordare che sono i (grandi) calciatori a fare grande un allenatore e non viceversa. Ovviamente quando si scrive e si parla di grandi squadre, come, nel caso attuale, Juventus, Lazio e Inter, capaci di tenere vivo il campionato.

Non contesto la professionalità di Sarri, Inzaghi e Conte ma certe loro ossessioni tattiche che portano a frenare la genialità e l'imprevedibilità del gioco. La corsa è per gli atleti in pista, il football ha bisogno di cervello e di un pallone.

Il resto è fuffa che riempie la bocca e i conti correnti.

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