Primo Guardiola da "zero tituli", ma altre follie City

Pep chiude senza trofei: con Barça e Bayern aveva sempre vinto qualcosa in ogni stagione

Primo Guardiola da "zero tituli", ma altre follie City

Sperava nella coppetta domestica, il traguardo meno prestigioso, per salvare la sua stagione d'esordio in Inghilterra. Come gli era già capitato nell'annata di congedo dal Nou Camp. Dopo un triennio irripetibile. Il quarto, ultimo, anno a Barcellona aveva regalato a Pep Guardiola solo una Copa del Rey, poco più di un premio di consolazione per un precocissimo pluridecorato (3 Liga, 2 Champions League). Preziosa comunque per salvare un curriculum impeccabile, proseguito nei suoi anni in Germania (altre 3 Bundesliga).

A Manchester, la scorsa estate, il suo arrivo aveva generato aspettative spasmodiche. Il tecnico più pagato, desiderato e vincente, aveva scelto il City. Più di una semplice scelta, una benedizione per il club mancuniano. Che non ha badato a spese per accontentarlo, investendo oltre 200 milioni di euro nel mercato estivo. Eppure solo nell'ultimo giorno di mercato si è risolta la grana portiere: con la cessione di Joe Hart al Torino per far posto a Claudio Bravo.

Il primo equivoco di una squadra che di lì a poco avrebbe rivelato fragilità e incongruenze, mai stata all'altezza di se stessa. Nonostante un avvio di stagione elettrizzante: sei vittorie di fila, con tre gol di media all'attivo. Il primo campanello d'allarme suona in Champions League, quando il Celtic smaschera tutti i limiti della retroguardia del City. La prima sconfitta arriva puntuale tre giorni più tardi, sul campo del Tottenham.

Qualcosa si inceppa, il City rallenta, perde punti e la testa della classifica, arrivando allo scontro diretto contro il Chelsea, in ritardo di un punto. All'Etihad stadium i Citizens dominano ma in contropiede vincono i Blues. Una batosta per l'autostima già traballante della squadra di Guardiola che perde anche la settimana successiva (in casa del Leicester), cadendo altre due volte nei sei turni successivi. A gennaio è già fuori dalla corsa per il titolo. Restava la Champions, pregiudicata dall'ennesimo collasso della difesa contro il Monaco. Nell'ultimo fine settimana, complice qualche svista arbitrale, ecco l'eliminazione dalla Fa Cup, ultimo possibile traguardo stagionale.

La sconfitta contro l'Arsenal significa una stagione da zero tituli, come direbbe il suo dirimpettaio, nonché detestato collega, di panchina.

Eppure il suo status di profeta del bel calcio non ne ha minimamente risentito. E il City gli ha già promesso un'altra estate da munifici emiri per soddisfare tutte le sue richieste. A cominciare da Dele Alli, stellina del Tottenham, destinato a diventare il giocatore più pagato di sempre.

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