Questi azzurri del basket squadretta senza futuro

Questi azzurri  del basket  squadretta senza futuro

Sotto la collina del serpente di Wuan, la Chicago dei cinesi, l'Italia del basket ha guardato le sue mani vuote dopo un mondiale bruciato contro la Spagna in una partita melmosa, tenendosi in tasca l'illusione del Preolimpico come se davvero questa squadretta portata in Cina avesse un futuro. Battere Filippine e Angola era il minimo, resistere 25' con la Serbia e sbattere il muso sulla Spagna nei 4 minuti finali non assolve nessuno. Dal campionato Sacchetti ha avuto giocatori italiani che erano soltanto gregari, da fuori stelline sono diventate buchi neri. Piccoli, bruttini e neppure cattivi. Una squadra di chierici che cercava luce da chi si è fatto una storia fuori dai confini, ma a parte il Gallinari visto contro la Serbia, siamo andati male: appena decente Datome contro la peggior Spagna degli ultimi anni, malissimo Belinelli, bravo solo a tratti Hackett. E vero che ci mancava Melli, ma le assenze degli altri erano molto più importanti. A casa senza scuse, spiumati e ci mancava anche che non facessero gruppo. Il domani ci dice che potremmo stare a casa dalle Olimpiadi per la quarta volta consecutiva perché uomini da mettere dentro non ne abbiamo, a parte forse il giovane Mannion. Siamo una squadra bassa con un talento limitato. Lo sapevamo, ma ci eravamo illusi di poter pungere come api e volare come farfalle. Ci hanno annientato avvelenando l'aria e facendoci morire spesso con la palla in mano. Guardare al domani con ottimismo è da inguaribili sognatori, sapendo come la pensano i padroncini di questo sport, gente che preferisce stranieri senza talento ai nostri tenuti in squadra soltanto per un regolamento aggirato come sempre all'italiana. Abbiamo gente che ammazza facilmente i conigli come nelle qualificazioni, ma poi diventiamo nessuno se davanti troviamo gente di qualità. Italia del basket all'anno zero, con vivai curati male e allenatori-ricercatori di talenti mai sostenuti come si deve.

Serviva una rivoluzione, avevamo scelto giustamente Tanjevic per rifondare tutto. Lo abbiamo perduto. Ci siamo persi. Passeremo l'anno della carestia raccontandoci altre bugie dopo aver visto questa generazione di giocatori nascere come la migliore di sempre e finire come la più modesta di sempre.

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