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Mancini, quanti brividi per fermare il Cesena

Fallito il test Wolfsburg, Palacio salva il risultato non la faccia. Gol valido annullato a Icardi, ai romagnoli manca un rigore

Mancini, quanti brividi per fermare il Cesena

Milano - Tiro a segno fallito: un solo gol e tanta fatica. Operazione muraglia anche peggio: subita una rete da polli e un fuorigioco, miracolosamente pescato dal guardalinee, ha salvato l'Inter da un rigore finale. Se il Wolfsburg sorride (3-0 in campionato al Friburgo), l'Inter potrebbe piangere affidando le sue speranze europee agli esiti di questo ennesimo flop di campionato. A Cesena, Mancini ricostruì il feeling con la gente nerazzurra. Dal Cesena riceve l'ennesima delusione alle illusioni di ritrovare l'Europa e, stavolta, Mazzarri se la riderà.

Quelli del Wolfsburg si saranno invece messi a ridere vedendo il gol di Defrel. Ma pure Joaquim Loew seduto nel freddo, e nel desertico, San Siro magari per ritrovare in campo Podolski. Speranza delusa per un tempo e chissà mai che certe nefandezze nerazzurre non gli abbiano provocato rimorso per il viaggio. Inqualificabile il gol subito con la solita moina da belle statuine difensive: Ranocchia preso in velocità, D'Ambrosio in ritardo e Defrel, invitato da un lungo passaggio, fila in mezzo: pronto per il pallonetto a Handanovic. Altrettanto ridicolo che l'Inter, nel primo tempo, non abbia neppur inviato un tiro nello specchio della porta del Cesena.

Tutti meritati i fischi del pubblico. Preoccupante il gioco a perdere dei nerazzurri: volonterosi nel farsi ambiziosi sulla trequarti, ma incapaci di render pericolose le idee. Poi certo, nella ripresa pronti via e peccati lavati in soli due minuti: un gol annullato (rovesciata di Icardi che non pareva difettata dal fuorigioco) e subito dopo l'ennesimo cross assist del bomber che Palacio ha deviato in gol per il pareggio. Momenti di esaltazione collettiva spenti, al nono minuto, dal palo colpito da Podolski: neppur benedetto dal suo ct. Un po' di sfortuna c'è.

Ma tutto questo per raccontare altra storia e altra intensità dell'Inter e per confermare che il primo tempo è stato un'altra dimostrazione del double face di questa squadra. Guarin ci ha provato in ogni modo, dirompente e pronto ad agganciar palloni anche da spedire in area: peccato che nessuno ne abbia fatto buon uso. Icardi più bravo a servire i compagni piuttosto che scaraventar palloni verso Leali. Shaqiri fuori dopo 24 minuti, per un risentimento muscolare ala coscia sinistra, dentro Kovacic col solito effetto bambolone smunto. I migliori inserimenti venuti da Kuzmanovic: bravo nell'intuito, meno nella girata di testa. Più tardi sfortunato nel tiro murato da un difensore.

Squadre a specchio nel modulo, ma il Cesena più furbo nel gioco di sbarramento e contropiede, più attento in difesa dove Krajnc per un tempo è stato muraglia. L'Inter seguiva, e inseguiva, le folate di vento che spazzavano lo stadio, il Cesena squadra concreta nella sua umiltà. La difesa nerazzurra non ha smentito la pessima fama: stavolta c'era Andreolli con Ranocchia (efficace fino al gol) e Vidic nemmeno in panchina per questa salute che pare così cagionevole. Ma è tutta l'impostazione difensiva fortemente difettosa. Anche allenatore e preparatori avranno le loro colpe. Però veder Ranocchia rischiare il rigore netto su Carbonero, per un intervento scomposto e fesso, indirizza le colpe ai singoli. E così, poco prima, era toccato ad Handanovic salvare la squadra da un'altra incursione di Defrel.

Inter comunque più robusta nel gioco per tutto il secondo tempo, senso del thrilling inalterato ma un miglior possesso della partita. Poi, certo, sotto porta sono state spine: Icardi, Podolski, Palacio, ci avessero mai preso. Imbarazzante.

Un'altra ferita all'orgoglio e alle speranze.

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