La rivincita di Trentin Una fuga d'oro in Europa

Dopo due fratture in un anno, il trentino centra il titolo: «Finalmente, mi andava tutto storto...»

La rivincita di Trentin Una fuga d'oro in Europa

La classe operaia ogni tanto va in paradiso, dopo aver visto l'inferno, dopo mesi di sofferenze per recuperare tempo e condizione in seguito a cadute, che per un corridore sono purtroppo all'ordine del giorno.

La classe operaia va in paradiso se, come Matteo Trentin, ha classe. Un ragazzo votato per anni ad aiutare il prossimo e poi capace di reiventarsi e prendersi spazio e vittorie con impegno e determinazione. Non per niente un anno fa ha lasciato la Quick-Step di Lefevere per andare alla Mitchelton Scott, formazione australiana dei fratelli Yates, che l'ha voluto come capitano per le classiche. Ma le cadute hanno complicato tutto. A gennaio scivola in allenamento e si rompe una costola; poi alla Roubaix si rompe come Vincenzo Nibali al Tour - una vertebra: speriamo che sia per il siciliano di buon auspicio in chiave mondiale (appuntamento con la gara iridata il 30 settembre a Innsbruck).

Tornando a Trentin, ieri il 29enne trentino si è preso una bella rivincita, andandosi ad aggiudicare il titolo e la maglia di campione d'Europa a Glasgow, in Scozia. Dopo 230,4 km, in una giornata caratterizzata dalla pioggia, ha preceduto allo sprint due veri talenti del pedale: l'olandese Mathieu Van der Poel (figlio d'arte di Adrie e nipote di Raymond Poulidor) e il belga Wout Van Aert. Il campione del mondo Peter Sagan, gran favorito ma non in giornata, si è ritirato.

Il trentino, subito dopo il traguardo, non sta nella pelle e si lascia andare ad un urlo liberatorio. «Dopo quello che ho passato nel corso di questa stagione ha detto Trentin -, vincere questo titolo è fantastico. La gara è stata dura, il maltempo l'ha resa ancora più selettiva. La tattica della nostra Nazionale si è rivelata vincente, abbiamo controllato nella prima parte, senza sprecare troppo, e poi ci siamo inseriti nei vari tentativi. Nel finale Cimolai ha attaccato, come avevamo deciso, e mi ha lanciato alla perfezione. Voglio ringraziare chi mi è stato vicino in questi 8 mesi duri e difficili, i più brutti della mia carriera. Sembrava che niente riuscisse ad andare dritto».

In maglia di campione europeo il 29enne trentino debutterà domenica prossima al Gp d'Amburgo, poi sfoggerà le "stellette" alla Vuelta di Spagna, prima di concludere la stagione al mondiale di Innsbruck, per il quale con la vittoria di ieri si è conquistato un posto. «Sono felice per Matteo e orgoglioso dei miei ragazzi ha detto il Ct Cassani, finalmente sereno e soddisfatto -. Sapevo di poter contare su tre punte importanti, come Elia (Viviani), Sonny (Colbrelli) e Matteo. Ero andato al Giro di Polonia per stare un po' con loro, e avevo capito di poter contare su di loro, perché stavano bene e li ho visto sereni e motivati. Adesso godiamoci questo titolo continentale, ma il sogno è chiaramente quello iridato.

Speriamo solo di arrivarci al meglio, sia con Vincenzo (Nibali) che con Fabio (Aru): vincere non sarà facile, ma abbiamo il dovere di provarci, proprio come qui a Glasgow. Questa per molti era una nazionale senza personalità, per me era invece un nucleo di ragazzi con gambe buone e grande testa. La condotta di gara è stata perfetta: io mi sono davvero commosso».

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