Roma, impresa possibile Ora Messi fa meno paura

Negli ultimi 2 anni i giallorossi cresciuti anche in Champions. Di Francesco: «Godiamocela»

Roma, impresa possibile Ora Messi fa meno paura

Roma C'era una volta la Roma americana che, uscita dai confini nazionali, diventava piccola piccola. Fino a un anno e mezzo fa solo tre vittorie su 22 gare nelle Coppe Europee, la più bassa percentuale di successi - nemmeno il 14 per cento - dalla prima partecipazione dei giallorossi all'allora Coppa delle Fiere (1969). In questo percorso continentale avaro di soddisfazioni, anche le batoste con il Bayern (1-7 all'Olimpico) e il Barcellona (1-6 al Camp Nou).

Dai gironi di Europa League del 2016 l'inversione di tendenza: nove volte su 18 la Roma ha festeggiato un successo, di cui solo uno amaro: il 2-1 casalingo con il Lione che non bastò a regalare al club i quarti della competizione. Traguardo tagliato lo scorso 13 marzo quando il gol di Dzeko ha sancito la qualificazione tra le otto migliori della Champions a scapito dello Shakhtar Donetsk. Un pass che ha legittimato l'ottimo cammino stagionale dei giallorossi che nel girone avevano battuto il Chelsea e spedito l'Atletico Madrid nel «purgatorio» della seconda Coppa continentale.

«La partita con i Blues ha cambiato testa alla squadra», così Di Francesco a poche ore dalla sfida in casa dei blaugrana. Un'occasione per cancellare 862 giorni dopo quella pagina nera nella quale (parole di Manolas) la Roma sbagliò tutto dal punto di vista tattico. «Dobbiamo essere straordinari, scendere in campo con un atteggiamento positivo e propositivo e dare meno possibilità al Barcellona di calciare verso la porta - ha detto ancora il tecnico della Roma che spera di recuperare Nainggolan - Ci siamo guadagnati questa chance con una bellissima Champions, vogliamo sognare guardando avanti con ottimismo e grande spensieratezza».

I catalani non sono più irresistibili: il gioco non incanta, il pressing si è ridotto così come i sincronismi e l'agilità di manovra, il possesso è meno preciso e veloce. Ma hanno una difesa ermetica (appena due i gol incassati in questa Champions, nessuno come il Barça) e soprattutto hanno Messi, che terrorizza gli avversari e illumina con giocate imprendibili e imprevedibili. L'argentino ha recuperato dai problemi alla schiena che gli hanno fatto saltare le gare amichevoli dell'Albiceleste con Italia e Spagna e vorrà allungare la lista dei grandi portieri sue vittime eccellenti: l'ultimo, altissimo muro, è caduto il 12 settembre scorso quando in casa ha bucato due volte Gigi Buffon, stasera vuole far gol ad Alisson, il numero uno giallorosso che nel novembre 2016 gli chiuse la porta della Seleçao nella sfida di qualificazione mondiale a Belo Horizonte. «Cosa ci siamo detti in Nazionale? Niente di particolare, lui conosce molto la Roma come noi conosciamo il Barcellona, sarà una grande sfida», così il difensore argentino della Roma Fazio.

Gli uomini di Di Francesco, come ha sottolineato lo stesso tecnico alla vigilia, potrebbero superare il gap tecnico con il Barça giocando da vera squadra nell'organizzazione, nella collaborazione e nell'attenzione. «La Roma tra le prime 8 d'Europa non è una sorpresa, ha qualità - così il tecnico dei blaugrana Valverde, già battuto ai tempi dell'Athletic Bilbao dal collega dei giallorossi, all'epoca guida tecnica del Sassuolo - Barcellona favorito? Non importa, questo non ci fa vincere la partita. E comunque non credo che la sfida possa chiudersi già all'andata».

Importante sarà anche fare gol al Camp Nou e a quello dovrà pensare Dzeko, che ha già eguagliato il suo miglior bottino in una fase finale di Champions (4 reti come nel 2009/10

con il Wolfsburg). Sarà il suo primo quarto di finale e insieme ai compagni di squadra vuole alzare l'asticella (solo Kolarov è arrivato in semifinale con il City). Per rendere ancora più europea la Roma a stelle a strisce.

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