Gli sceicchi stregano Nibali ma snaturano tutti gli sport

Il vincitore del Tour 2014 alla corte del principe del Bahrein. Un altro calcio alla tradizione dopo F1 e MotoGP di notte il mondiale di ciclismo "corto" e quello di calcio in inverno

Gli sceicchi stregano Nibali ma snaturano tutti gli sport

C'erano una volta il trofeo Laigueglia e il trofeo Baracchi. Più che due corse, due capisaldi, l'alfa e l'omega nel calendario del ciclismo. Un po' come Natale, Ferragosto e il giorno dei morti nell'anno solare. Ti facevano capire che tirava finalmente aria di primavera e ti dicevano che arrivava l'inverno ed era ormai tempo di riportare la bici in cantina. Poi è arrivata la globalizzazione e ci ha portato via tutto: si corre da Capodanno a San Silvestro, sparsi per il mondo e spesso all'insaputa del mondo. Non siamo arrivati ancora alla Sanremo, che per i romantici era la classica di apertura, e ci sono corridori che hanno già nelle gambe 15-20 giorni di gare. Tour down-under in Australia, Tour di San Luis in Argentina, Tropicale Amissa Bongo in Gabon, Giro dell'Oman, Giro del Qatar, Dubai Tour negli Emirati: beato chi ricorda chi ha vinto queste corse, eppure la nuova frontiera del ciclismo è lì. A partire dalla penisola arabica, dove hanno scoperto la bici, dopo il tennis, la Formula 1, l'atletica e il calcio e sono pronti a ospitare non solo le corse, ma anche i campioni.

L'ultimo assalto è quello dello sceicco del Bahrein Nasser bin Hamad Al Khalifa, rampollo trentenne della casa regnante dell'isola che galleggia sul petrolio, che ha praticamente messo le mani su Vincenzo Nibali, il nostro numero uno, vincitore di Giro, Tour e Vuelta, ormai pronto a firmare per la squadra che il principe bahreinita vuole costruire apposta per lui. Un contratto da 4 milioni a stagione, la stessa cifra che Nibali percepisce oggi dai kazaki dell'Astana, ma garantiti anche per i prossimi tre anni, cosa che per un atleta di 31 anni non è secondaria. Unita al fatto che Vincenzo avrà carta bianca nell'allestimento del team e potrà portarsi, tecnici, staff e gregari di suo gradimento, tenendo conto che il principe non ha certamente problemi di budget...

I problemi semmai resteranno a noi, al nostro povero ciclismo che non riesce a trattenere i campioni (il fatto che Nibali passi dal Kazakistan al Bahrein cambia ben poco...), che avrà una sola squadra al via tra i top team mondiali (la Lampre di Beppe Saronni che, guarda caso, in questi mesi aveva proprio cercato di riportare a casa Nibali) e che soprattutto perde sempre più corse: come abbiamo pubblicato di recente siamo ormai a soli 24 giorni di gare professionistiche in un anno (Giro escluso), un totale che negli anni Ottanta-Novanta si metteva assieme in appena un paio di mesi. In tutto questo, dunque, non può che farsi strada il mondo degli emiri che non hanno difficoltà a realizzare una ciclabile nel deserto e quest'anno sono riusciti persino a farsi dare il primo mondiale della storia nella penisola arabica, quello che si correrà il 16 ottobre a Doha, in Qatar, a 40 gradi e con un percorso totalmente pianeggiante, riservato esclusivamente agli sprinter. D'altra parte il potere dei petrodollari è riuscito non solo a spostare il calendario (si correrà ben oltre il periodo consueto di fine settembre) ma anche a ridurre le distanze, perché se il mondiale per regolamento non può essere su una lunghezza inferiore ai 250 km, quello qatariota per le condizioni climatiche verrà accorciato.

Ma non c'è da stupirsi, visto che per portare la Formula 1 e il motomondiale in certi paesi (Singapore, lo stesso Bahrein) si è accettato di correre in notturna. O che per organizzare i Mondiali di calcio proprio in Qatar nel 2022, la Fifa ha dato l'ok a una svolta epocale, quella di interrompere tutti i campionati del pianeta per poter disputare la coppa dal 21 novembre al 18 dicembre... E i signori del deserto non si fermeranno certamente qui: per vincere una medaglia olimpica nell'atletica hanno già naturalizzato mezzofondisti africani, mentre per arrivare all'argento ai mondiali di pallamano hanno acquistato giocatori da tutta Europa e persino un gruppo di tifosi spagnoli per fare un po' ambiente.

Il prossimo passo sarà lo sci, ma per gli Emirati non ci sono ostacoli: hanno già un impianto coperto con cinque piste all'interno del mega centro commerciale di Dubai con tanto di rifugio simil-alpino. E per il freddo non c'è problema: basta provare l'aria condizionata dell'aeroporto. Altro che Wengen, Kitzbuehel e Val Gardena...

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