Torino. Cinque sconfitte la Juventus, otto la Roma: tredici in quaranta partite di campionato. Tante, certamente. Troppe, al momento, per permettere alle due rivali odierne di essere in lotta per altro che non sia un faticoso quarto posto. «L'obiettivo è tornare a lottare per lo scudetto tra uno o due anni», ha ammesso ieri Allegri. Che non più tardi di giovedì, se avesse battuto il Napoli, avrebbe ritrovato quasi d'incanto il sorriso: invece, l'arrabbiatura a fine gara è tracimata al punto da fargli comminare un turno di squalifica per atteggiamento irriguardoso nei confronti dell'arbitro: «Ci sta, sono cose che capitano». Come tante di quelle accadute alla sua squadra di quest'anno: spesso negative, difficilmente esaltanti. Discorso che vale anche per la Roma di Mourinho, ieri in silenzio perché evidentemente desideroso di preparare al meglio la sfida contro la Signora, da affrontare senza gli squalificati Karsdorp e Mancini.
Roma-Juve non può essere match banale, men che meno quello odierno: la corsa alla Champions non ammette più passi falsi né da una parte né dall'altra, al punto che un pareggio scontenterebbe probabilmente entrambe le formazioni. Bisogna cominciare a correre, a questo punto: all'andata furono i bianconeri a imporsi (1-0) e anche questo è un elemento da considerare in caso di arrivo in parità a fine campionato e quindi del relativo piazzamento. «Avremmo potuto fare meglio in alcune partite ancora Allegri - ma non è questione di essere più o meno giovani. La Roma e Mourinho stanno facendo bene, sono a tre punti da noi. E comunque in un mese non si cambia tutto: i miracoli non li fa nessuno. C'è tanto lavoro da fare: stiamo migliorando, ma ci vuole pazienza. Non sono spaventato: è normale che tutti vogliamo vincere lo scudetto, però ci sono momenti in cui devi costruire». Se nel frattempo si vincesse anche qualche scontro diretto, sia da una parte che dall'altra, non sarebbe però male: contro le prime quattro della classifica, per adesso la Juve ha raccolto tre punti in cinque partite (un ko e un pareggio contro il Napoli, un punto contro Milan e Inter, nessuno contro l'Atalanta). Quanto ai giallorossi, hanno perso tre volte su tre contro le milanesi, pareggiato in casa contro il Napoli e vinto a Bergamo: un punticino in più rispetto alla Juve lo hanno messo insieme, ma il bilancio resta inevitabilmente magro per pensare in grande. «Lavoriamo per entrare nelle prime quattro ancora il tecnico livornese -. Poi abbiamo la Champions, la Supercoppa (mercoledì contro l'Inter, ndr) e la Coppa Italia. Più giochiamo e più esperienza accumuliamo. A parte l'Inter, che è la più forte, e il Milan che sta facendo molto bene, le altre squadre giocano per i rimanenti posti.
Al momento siamo indietro: dopo gli scontri diretti, vedremo quale sarà la situazione». Oggi, intanto, spazio a Chiesa e Dybala dal primo minuto, con Chiellini di nuovo convocato ma solo per la panchina: tra i giallorossi, probabile esordio dell'appena tesserato Maitland-Niles.
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