Essere primi sotto l'albero di Natale non regala titoli, ma sicuramente autostima e consapevolezza nei propri mezzi. E il Napoli che si tiene stretta la vetta della classifica a 90 minuti dalla fine del girone di andata, con la prospettiva concreta di poter vincere il platonico «scudetto d'inverno» venerdì a Crotone, dimostra di aver ritrovato gioco e convinzione dopo qualche colpo a vuoto. Il San Paolo è tornato a essere terra di conquista, in un pomeriggio da emozioni forti con un primo tempo giocato a cento all'ora dalle due squadre. «Il più bello dei miei 3 anni a Napoli», dirà Sarri.
Alla truppa azzurra accade di tutto: due reti incassate in casa (evento mai accaduto in stagione almeno in campionato), lo svantaggio subìto dopo appena 104 secondi con un tiro da oltre 30 metri di Ramirez, un rigore contro trasformato dall'ex (applaudito) Quagliarella, persino un'espulsione - quella di Mario Rui - nella fase finale del match. Ma il Napoli al cospetto di un avversario coriaceo («la Sampdoria è stata l'unica squadra a giocare a calcio sul nostro campo», dirà Sarri alla fine), soffre, lotta e vince, ritrova i suoi meccanismi collaudati, l'Insigne dalle giocate sopraffine come quella del suo gol (magari l'essersi fermato per infortunio gli è servito per tirare il fiato) e ben tre reti all'attivo, cosa che a Fuorigrotta non avveniva da quasi due mesi. Allan è un motorino inesauribile e va anche a segno - gara mostruosa quella del brasiliano che sta vivendo la sua migliore stagione da quando è in Italia - Hamsik sta invece tornando ai suoi livelli standard. E non è un caso che lo slovacco sigli il gol decisivo, che è anche una rete storica: la numero 116 con la maglia del Napoli, una in più del mito Maradona che da ieri ha un record in meno nella sua fantastica avventura alle pendici del Vesuvio. «Sono felice per questo, ma contava solo la vittoria, che vale doppio considerando il ko dell'Inter», così il capitano degli azzurri. Gestito al meglio da Sarri in questa prima parte della stagione, più negativa che positiva per Marekiaro. «Per noi non è mai stato un problema, qualche gara sottotono ci può stare e il suo record è storia, tanta roba», ha sottolineato il tecnico del Napoli.
Sarri contro Giampaolo, ovvero il maestro contro l'allievo, con stili e filosofie di gioco simili. La gara non poteva che essere divertente e dal luna park scende con il pieno di punti la squadra partenopea, che fa prevalere la sua tecnica sul coraggio della Sampdoria, rimasta comunque in partita fino alla fine dopo essere andata due volte in vantaggio. L'allenatore della Samp prova a bloccare il collega con il possesso palla di qualità, marchio di fabbrica del Napoli, e con una superiorità anche numerica a centrocampo. I titolarissimi azzurri trovano spazi per le ripartenze che normalmente Insigne e compagni non hanno mai. Il rientrante folletto è anche una medicina per il convalescente Callejon che ritrova il suo «assist man» di fiducia. Allo spagnolo manca ancora il gol, come a Mertens (non segnano dal 29 ottobre), ma ieri hanno lavorato molto per la squadra. «Il gol è relativo, per me contano altre cose, non sono preoccupato soprattutto per Dries», ha detto Sarri.
Che a gennaio avrà anche un'arma in più in attacco, quel Roberto Inglese, annunciato da Aurelio De Laurentiis nel prepartita: «Non l'ho ancora visto, quando arriverà valuterò se impiegarlo o meno».
Sarri si gode il primato e ieri sera si è preso anche il lusso di ignorare Juventus-Roma: «Vedrò mia madre dopo due mesi, la partita non mi interessa. E se fosse dipeso da me avremmo fatto allenamento anche a Natale...».
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