I lucchetti della difesa, dell'amore per costruire una cosa come squadra e l'Italia del basket salta anche gli ottavi dell'Europeo facendo diventare agnelli quelli che dovevano essere i lupi finlandesi battendoli 70-57 dopo averli confusi, cominciando dal loro allenatore. Dieci minuti sublimi (30-17 con 75% al tiro), Melli scatenato (10 punti, 4/5, ma alla fine saranno sempre 10), Belinelli e Datome maestri di chiavi, Hackett leonino, Cusin pilastro, ci saremmo anche messi in ginocchio davanti ad una squadra che meglio di così non poteva fare. Peccato che poi qusta Azzurra ci presenti sempre due facce ed è andata bene che i finlandesi sono sempre stati in confusione disorganizzata, con l'allenatore Dettman che è riuscito a confondere più di tutti il temutissimo giovane talento Markannen prima della nostra difesa, utilizzandolo come sesto uomo e in pratica soffocandolo con 20' dove ha vagato senza sapere cosa stava facendo: 4 punti, 2/6 per uno che in qualificazione ne faceva fissi più di 20. Certo merito delle trappole di Azzurra e del carisma di Ettore Messina che ha mandato nel pallone il suo avversario con i lucchetti dell'amore e poi, dopo aver presentato una squadra con il saio, il miglior vestito che possa mettere questa Nazionale, ha scatenato l'inferno per colpire allo stomaco i veterani finlandesi, i giovani lupi senza denti.
Certo non basteranno 10' mercoledì nei quarti quando dovremmo trovare la favorita Serbia, che oggi non dovrebbe neppure accorgersi della qualificazione contro l'Ungheria. (Ieri, invece, la Germania ha steso 84-81 la Francia e la Slovenia ha dilagato 79-55 con l'Ucraina). A noi è bastata una prova corale anche se non lunghissima, 18 punti nel secondo quarto, 10 nel terzo, 12 alla fine, per arrivare nel porto di quiete che si merita il gruppo. Essere fra le prime 8 è già qualcosa, non guardando alla storia del nostro basket, ma pensando a come Messina ha dovuto rifare il tetto della squadra almeno tre volte, ricordandosi di certe prove scialbe come i due tempi finali di ieri, valutando davvero il valore tecnico della squadra che merita un bell'otto come gruppo, ma poi si confonde quando gli avversari vogliono vedere le carte che ha in mano.
A dire il vero ci basta che lo facciano in ritardo anche i serbi, pur sapendo che sarà una partita molto più difficile di quella contro questa Finlandia che lontano da casa, sotto un cielo diverso si è spaventata come capita a molti viandanti sul Bosforo. Ai nostri non è capitato, certo Datome, super Gigi stoppatore, anche ieri tre coperchi regali sul canestro, 15 punti, era di casa davanti alla poca gente di Istanbul, lui pilastro del Fenerbahce campione d'Europa di club dove hanno visto cosa sa fare Melli. Ma tutti hanno risposto come si doveva in quell'inizio stordente, che ci stava portando con verso Canossa mentre gli imbonitori urlavano cose senza senso. Poi l'elettricità di azzurra è svanita come contro la Georgia, ma i finlandesi erano suonati, a parte Koponen, e il capo guerriero Hackett ha tenuto in piedi la casa oltre a segnare 10 punti importanti, soprattutto quando era arrivata la carestia sul campo nel terzo quarto degli orrori: Italia senza punti per oltre 3' e finlandesi a 0 per 4'.
Vedere il bicchiere mezzo pieno ha un senso perché Biligha ha fatto cose importanti, perché Belinelli è l'uomo del banco dei pegni, 22 punti in 30', perché Filloy è sempre quello che impersona il coraggio della ciurma del Messina che morsica tutti e tutto, fino ad avere il massimo anche nei momenti di minima forza realizzativa. Ieri è stato importante andare a cercare il nemico anche sotto le mura di casa e infatti abbiamo avuto tanti tiri liberi, 16, realizzandone 15 dopo i tormenti nel girone di Tel Aviv dalla linea dove la carità devi guadagnartela.
Diciamo
che tutto è stato fatto bene, da squadra che ha trovato la felicità e il risultato importante che cercava. Se i serbi dovessero credere di avere contro soltanto dei fratacchioni come hanno fatto i finlandesi meglio per noi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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