Roma

Sta, conti in rosso nonostante quattro milioni di multe

Il consigliere comunale di An Vizzani ha fornito le cifre del fallimentare bilancio 2004

Silvia Marchetti

I conti non tornano. Tra costi di gestione, stipendi e consulenze illegali, la Sta incassa con le strisce blu una mini percentuale di ciò che spende. Insomma, una bilancia dei pagamenti in rosso, una evidente sproporzione tra costi di gestione ed effettivi ricavi che sta mettendo in ginocchio la società della sosta tariffata. Nemmeno il crescente «abuso» delle multe - circa quattro milioni nell’ultimo anno - riesce a rimpinguare le casse.
Il consigliere comunale di An Giacomo Vizzani ha fornito delle cifre sul bilancio fallimentare del 2004. Ebbene, dei 24 milioni di euro di incassi provenienti dalla sosta su strada - la maggior fonte di entrata - solo 5 milioni (ossia il 20 per cento) pervengono al Comune, e questo nonostante i ricavi si siano incrementati di un milione e 700mila euro.
Per quanto riguarda la rimozione, invece, su 4 milioni di entrate solo 228mila 620 euro vanno a beneficio di Veltroni&co. Caso eclatante la gestione dei parcheggi di scambio, che doveva essere il cuore pulsante dell’ideologia Sta: i costi (più di 5 milioni di euro) superano nettamente gli introiti (circa 4 milioni). «Insomma - taglia corto Vizzani - a cosa servono?». Un esempio è il parcheggio Cornelia - costato 35 milioni di euro - che ha dovuto chiudere i cancelli dopo un utile di zero euro nel 2003 e di soli 10mila nel 2004.
E se i conti non tornano, allora via alle multe. Un cancro che sta affliggendo gli indisciplinatissimi romani. Dal 1° luglio 2004 al 30 giungo 2005 le contravvenzioni sono arrivate a quota 3 milioni e 981mila euro: una media di 3,8 multe a famiglia. «A ogni bambino che nasce - ironizza Andrea Augello, vice-presidente del Consiglio regionale (An) - Veltroni regala una multa e mezzo». Ma c’è ben poco da ridere, poiché queste multe sono diventate «una leva fiscale parallela all’Irpef e all’Ici». Nel 2005 la Sta ha infatti incassato ben 49 milioni di euro, a fronte di un gettito annuale Irpef di 59 milioni. La gestione delle contravvenzioni è diventata un far west a causa di certi operatori della mobilità - tra cui i cosiddetti vigilini - che abusano delle prerogative del vigile urbano. Stando ai dati forniti da Vincenzo Piso, presidente della Federazione romana di An, a fronte di 6400 pizzardoni che hanno fatto un milione di multe nell’ultimo anno (156 a testa), i 220 operatori della Sta ne hanno intascate 614.000 (2.790 a testa) e i 78 uomini della Sita ben 390.000 (5.000 cadauno). A tale elenco vanno aggiunte poi le multe del sistema Iride, ossia i varchi elettronici (1.170 mila), della Trambus (750mila) e degli operatori comunali della mobilità (57mila). Le multe si sono così sostituite ai parcometri. Per riequilibrare la situazione, Augello e Vizzani propongono un emendamento bipartisan alla Finanziaria che riduca il contenzioso dei cittadini. Sta di fatto che, nonostante le contravvenzioni, la Sta continua a essere in perdita. Alle spese si aggiungono le sanzioni della Guardia di finanza per le consulenze illegali concesse negli ultimi anni a dipendenti comunali e professori universitari. Un’inchiesta tuttora in corso che collega la giunta Rutelli a quella Veltroni, venuta alla luce solo ora. Si tratta di 3milioni 430mila euro di sanzioni per gli anni 1999-2000 e 1 milione 347mila per il 2001. Ma con il procedere dei controlli nel triennio 2002-2005, avverte Augello, «il contenzioso arriverà oltre i 10 milioni di euro». «A questo punto - sentenzia Vizzani - la Sta doveva chiudere ieri.

È una cattedrale nel deserto dell’inutilità».

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