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È stato tradito dallo scooter ridipinto di bianco

Tradito dallo scooter. Mohamed Merah, il killer dei militari uccisi a Montauban e dei bambini e del loro insegnante della scuola ebraica di Tolosa, è stato identificato grazie alla collaborazione del concessionario Yamaha di Tolosa. Christian Dellacherie, il direttore, ha detto di essere stato in contatto con la polizia «fin dal momento degli assassinii di Montauban».
«Era un nostro cliente occasionale da quando aveva 14 anni e circolava su un “cinquantino”», ha detto Dellacherie. Il giovane di origini algerine ha alimentato dei sospetti quando si è recato alla «Yam31» per chiedere a un dipendente un’insolita informazione: come si facesse per disattivare il «tracker» del ciclomotore modello T-max, un piccolo dispositivo elettronico che serve a localizzarlo in caso di furto. La concessionaria si rifiutò di indicare a Merah dove si trovava il congegno. Dopodiché, considerato che a nessuna persona normale verrebbe in mente di disfarsi di un sistema che lo garantisce contro il furto del proprio scooter, sono incominciati i sospetti.
Quando poi, dopo l’attentato alla scuola, è stato reso noto che lo scooter usato dal killer era stato dipinto di bianco, Dellacherie si è ricordato che quando Merah gli si era rivolto con la sua strana richiesta lui aveva notato che il T-max era stato ridipinto proprio di quel colore e ha segnalato l’accaduto alla polizia.
Intanto gli inquirenti avevano esaminato le risposte ad un annuncio che il primo soldato ucciso aveva messo su Internet per vendere la sua moto. La vittima, Imad Ibn Ziaten, aveva detto di essere un militare. E fra le risposte, lunedì ne era stata individuata una il cui indirizzo Ip portava ad un computer appartenente alla madre di Merah. Da allora tutti i membri della famiglia venivano intercettati.
Mohamed Merah non era affatto sconosciuto ai servizi d’informazione francesi. Secondo fonti dell’inchiesta sulla strage di Tolosa, il giovane era noto come simpatizzante dei gruppi islamici più radicali e in quell’ambiente si faceva chiamare semplicemente «Mohamed». Le stesse fonti spiegano che Merah era stato due volte in Afghanistan e che era stato arrestato per reati comuni nella città di Kandahar. Ma soprattutto si era addestrato nella regione del Waziristan, roccaforte dei militanti integralisti.
Secondo il procuratore di Parigi François Molins, il profilo di Mohamed Merah è quello di «una persona estremamente violenta». Inoltre, il fratello di Merah era coinvolto in una rete che si occupava di inviare combattenti in Iraq. Si tratterebbe dunque di una famiglia con legami accertati con il terrorismo islamico.

Un altro elemento che ha insospettito gli inquirenti è il fatto che l’abitazione del killer si trova a soli tre chilometri dalla scuola ebraica di Tolosa «Ozar Hatorah».

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