In stazione si piombavano le carrozze

È l’unico luogo d’Europa che conserva intatto l’ingranaggio dello sterminio: la Stazione Centrale. Binario 21, cinquemila metri quadrati dove si impiombavano e si caricavano sull’elevatore di nascosto i vagoni con i deportati. Millecinquecentottanta persone che non saranno ricordati con documenti e oggetti bensì con quella selva di pilastri che, nel ventre della Stazione Centrale, formano un corridoio, un «cannocchiale» che porta il visitatore in tre sezioni del memoriale: quella della persecuzione, della deportazione e, infine, dello sterminio. Tutto nel silenzio assoluto, quello dove «un’umanità dolente veniva caricata a pugni e calci sui vagoni». A sostenerne i costi del progetto firmato dagli architetti Eugenio Gentili Tedeschi e Guido Morpurgo è la Fondazione per il Memoriale composta dal comune di Milano, provincia di Milano, regione Lombardia, comunità ebraica, unione delle comunità ebraiche italiane, associazione Figli della Shoah e dalle Ferrovie dello Stato oltreché dalla comunità di Sant’Egidio.

Ma il grande spazio milanese che sarà realizzato entro il 27 gennaio, Giorno della Memoria, è anche un libro, «Milano Centrale, binario 21» realizzato dalla Provincia di Milano e distributo gratuitamente nelle scuole cittadine.

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