Saverio Romano, il ministro terrone che dà ragione al ministro nordista.
«Tremonti ha ragione».
Il Sud rallenta la crescita.
«Da quando ho assunto la delega allAgricoltura, incontrando allevatori agricoltori e pescatori in tutta Italia, ho visto da vicino che questo Paese ha due facce».
Bossi lo dice dal 90 che siete una palla al piede.
«Non si può solo fotografare la situazione, bisogna modificarla».
Come se non fossero 60 anni che ci proviamo.
«Innanzi tutto serve un lavoro di infrastrutturazione».
Voce del verbo infrastrutturare...
«Il gap nei trasporti va colmato in fretta. E la classe dirigente del Sud deve farsi un bellesame di coscienza: in troppe regioni cè un colpevole ritardo sulluso delle risorse comunitarie».
E tanto per fare un esempio...
«Quando si parla di inefficienza, Raffaele Lombardo emerge dallacqua come il richiamo del pescatore».
Beccato! Lei pur di dare addosso al nemico Lombardo si fa piacere Tremonti.
«No guardi. Io amo la mia terra, da siciliano mi piacerebbe poter dire che le cose vanno bene con Lombardo».
E invece con quel traditore che è stato eletto col Pdl e ora governa col Pd le cose vanno a schifio, giusto?
«Lo dico senza ghigno e con amarezza. Lombardo dovrebbe dimettersi».
Magari la accontenta.
«Sul piano politico ha tradito i suoi elettori, e dovrebbe consentire loro di rimediare a questo pasticcio. Sul piano amministrativo, ha paralizzato la Regione. E ha appena approvato un bilancio falso».
Misuri le parole... Falso?
«Politicamente falso: prevede entrate che sa che non arriveranno»
Mente sapendo di mentire.
«Esatto».
Lei si candida a prendere il posto del governatore. Un po come Tremonti, che vuole il posto del premier.
«Tremonti è intelligente, sa bene che Berlusconi è ben lungi dal lasciare la politica».
È stato il premier a dire: dopo di me Tremonti.
«Sì, ma è il dopo di me che bisogna definire. Io dico che è lontano».
Le Regionali in Sicilia invece sono vicine: 2013.
«È prematuro parlare di candidature. Dobbiamo costruire unalternativa».
Lei alla convention di Palermo ha detto che il suo Pid è al centro del centrodestra. È la posizione che rivendica lUdc.
«Che rivendicava».
Dice il coordinatore Udc in Sicilia, DAlia, che le sue sono «nervose provocazioni da ribaltonista di piccola taglia».
«Non mi occupo di chi non esiste».
LUdc non esiste?
«In Sicilia lUdc non è sia un fatto politico, ma un fatto marginale».
Non parlava così quando ne faceva parte.
«Certo. Perché è da quando non hanno più i miei voti che non esistono più».
Saverio Romano dixit: il centro sono io.
«Di loro è rimasto un quadro di pezze a colori»
A livello nazionale?
«Si sono alleati con Pd e Idv pur di far cadere il governo, vedremo che ne pensano gli elettori moderati... Ma non parliamone più, non sparo sulla croce rossa».
E nemmeno su Cuffaro: è in carcere per mafia ma gli avete tributato un applauso commosso in piedi.
«Il mio rapporto con Totò va oltre una sentenza che lui e noi rispettiamo, ma non condividiamo. E non siamo soli, visti i tanti attestati di solidarietà che ha ricevuto».
Ministro, perché tutta lItalia vota oggi e la Sicilia il 29-30 maggio?
«Lo chieda a Lombardo, anche se io lo so».
Ce lo dica lei.
«Hanno da passà a nuttata e la passano così».
Tradotto per il Nord?
«Sanno che perderanno e non volevano fare peso con la sconfitta nazionale del Pd».
Lei è molto sicuro.
«Il 14 dicembre scorso i bookmakers davano per certo il ribaltone».
Invece siete arrivati voi e avete salvato il governo.
«E il Paese dalla bancarotta».
Vorrete mica altre poltrone, eh? Ne avete già prese una decina, compresa la sua.
«Guardi che i nove sottosegretari hanno solo riempito le caselle lasciate libere dai finiani e da chi è stato promosso ministro».
La squadra di governo è aumentata.
«Falso! Se mai dovremmo aumentarla ora, portarla non ai cento di Prodi, ma almeno a 70: funzionerebbe meglio».
Il Parlamento voterà sui nove sottosegretari?
«Le faccio una previsione: il centrodestra vincerà a Napoli e a Milano e di quel voto in Aula non si parlerà più».
Che centrano le elezioni?
«Le opposizioni non vorranno rischiare di perdere anche in Parlamento, due sconfitte di fila sono troppe».
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