Nel mondiale con Valentino costretto allinusuale e continuo ruolo di comparsa, con la Ducati nazionale dei motori rosso sbiadita, a tenere alto lorgoglio dellimpennata italica a Le Mans è ancora lui: Marco Simoncelli, in arte il Sic. Trattasi del simpatico, veloce, fortissimo capellone del team ufficiale Honda-patatina-Gresini che fin qui ha soprattutto incantato in qualifica e deluso in gara, spatasciando qua e là podi già sgranocchiati per non parlare di vittorie. Ma il ragazzo cè, eccome se cè. E piace, convince, soprattutto fa spettacolo e fa paura agli avversari troppo imbolsiti causa la prolungata assenza dalle zone alte di Valentino Rossi. Uno stuolo di talentuosi e capricciosi rivali che per settimane sono andati avanti a criticare laggressività agonistica del Sic. Fatto sta, proprio a Le Mans, laltra sera, si è riunito il politburo dellimpennata (commissione sicurezza) per dettare le regole «dingaggio» per i sorpassi e bacchettare il giovane italiano. Lui ha incassato non mandando a dire. Anzi, ha sintetizzato e dato titolo allintera vicenda: «Si vede che hanno paura». In suo aiuto Rossi: avanti così e uscirà «un regolamento scritto su come si sorpassa ha ironizzato Vale sembra che si possa passare solo quando si è dritti
mi preoccupa che il futuro di questo sport sia in mano a certa gente
».
Simoncelli ha ringraziato Rossi, fatto spallucce agli altri e con la qualifica ha incassato il secondo tempo a 59 millesimi da Casey Stoner sullaltra Honda ufficiale (quattro i bolidi della Casa alata davanti, seguiti da un poker Yamaha e tre Ducati, nono Vale). Non solo. Simoncelli ha incassato limprevisto non si amano plauso di Dovizioso, 3°. Il Dovi ha più o meno detto: «Di solito non amo prendere rischi, ma dietro a Marco ho capito come mai alcuni facciano quei temponi allultimo tentativo
Simoncelli andava come una bestia
La verità è che devo imparare ancora».
Dunque, Stoner sogna la fuga con gara in solitaria come piace a lui, «sono competitivo sia con le morbide che con le dure, credo sia tutto a posto, spero proprio di far bene», e Lorenzo, quinto dietro allaustraliano, al Sic, al Dovi e Pedrosa, tira un sospiro di sollievo per aver trovato il giro giusto con la sua Yamaha.
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