Stranieri sfruttati per le arance destinate alla Fanta

Stranieri sfruttati per le arance destinate alla Fanta

Condizioni di vita da schiavi, paga ridicola, nessuna tutela, caporalato imperante. È la situazione di molti migranti, spesso clandestini, che lavorano da stagionali in Calabria e raccolgono le arance destinate a finire nelle lattine di Fanta, marchio di proprietà della Coca-Cola. L’indagine è stata condotta dal periodico The Ecologist e rilanciata dall’Independent. Il colosso americano ha però smentito le critiche assicurando che i produttori da cui si serve sono regolarmente controllati da terze parti indipendenti in modo che gli standard siano rispettati. La Coca-Cola ha poi ammesso che la filiera produttiva è talmente lunga da non poter garantire la stessa cosa per le aziende che lavorano in subappalto. Alla base di tutto ci sarebbero i prezzi da fame pagati dalle grandi multinazionali ai produttori - 7 centesimi al chilo. Petro Molinaro, capo della Coldiretti Calabria ha detto che il «prezzo appropriato» sarebbe di 15 centesimi. Il quotidiano britannico sottolinea però che non ci siano prove schiaccianti di cattiva condotta da parte di Coca-Cola o i dei suoi fornitori. Il marchio è stato più volte indicato da numerose ricerche come il più conosciuto al mondo.

La maggior rivale della Coca-Cola è la Pepsi, ma ne esistono moltissime imitazioni. La Coca-Cola vanta diversi luoghi legati interamente al marchio, tra i quali un museo ad Atlanta, sede della compagnia, e alcuni negozi di merchandising, i World of Coca-Cola di New York e Las Vegas.

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