Grezzana (Verona) - Come se nulla fosse la professoressa ha tolto il crocifisso dalla parete e l'ha buttato come un legno vecchio tra le tempere, gli stracci sporchi di vernice e chissà cos'altro ancora in quel polveroso armadietto dell'aula di educazione artistica. Quando gli studenti, una ventina della 3ª B, sono andati a chiederle ragioni, lei ha detto di non saperne nulla e ha rimandato tutti ai loro posti. Grezzana, paese di cinquemila anime alle porte di Verona, si sveglia così con l'anno nuovo. Ammazzate le feste, viene buttato via il Cristo. Tanto che il sindaco Mauro Bellamoli stamattina alle 8 sarà già davanti ai cancelli della scuola. Quattro sezioni, 31 professori, un 25% di allievi extracomunitari. Stavolta però i problemi non arrivano dall'integrazione ma da chi mal tollera i simboli del cristianesimo. Il sindaco andrà a parlare con gli studenti, le prof, la dirigente del comprensorio, Maria Luisa Aguiari: «Se davvero è andata così - afferma Bellamoli - solleciterò un intervento del ministero affinché sia accertata la verità». E così parte una vera e propria verifica, seppure soft, del primo cittadino su un episodio che determinerà comunque delle iniziative. Già domani il sindaco deciderà infatti quali passi formali intraprendere: «Se le cose sono andate davvero - aggiunge - come raccontano gli studenti è chiaro che si offende non solo la cultura cristiana locale ma anche l'intera nazione perché ci sono delle legge e vanno rispettate».
Nel suo ufficio un'icona della Madonna, e un piccolo e visibilissimo crocefisso alla parete. Nell' aula «artistica» delle medie Giovanni Pascoli, invece, tre grandi tavoli per i lavori collettivi, disegni dei vigili del fuoco da ultimare, fotografie di Praga alle pareti, disegni di fantasia. Persino le locandine della mostra di Picasso a palazzo Grassi. E, tanto per concludere, sempre affisso un vademecum comportamentale per l'atteso discepolo modello. Norme che meritano un inciso. In pillole, la disciplina alla Pascoli di Grezzana. Articolo numero uno «Si rimane sempre seduti al proprio posto». Ancora: «Si parla ai compagni sottovoce». Infine, giusto per capire il rapporto con gli studenti, «Non si deve scrivere o incidere sui tavoli». Su incendi e saccheggi, invece, nessuna osservanza. Del crocefisso, infine, nemmeno l'ombra. E nelle altre aule? Scendiamo a piano terra, 2ª B, aula riunioni. Tutte con il Cristo sempre al suo posto. Al centro della parete, sopra la lavagna. Ma esattamente cosa è accaduto? Difficile dirlo. Gli studenti si dividono in due gruppi. Chi non vuole parlare. Temendo qualche problema in classe o per quieto vivere. Dei 20 studenti, almeno un terzo non ha riferito nulla ai genitori. Gli altri sostengono che la prof abbia nascosto il crocefisso. Altri si spingono oltre. Aggiungono addirittura che abbia rotto la croce di propria volontà, affermando di essere «atea».
Qualcuno aggiunge che l'insegnante ha tolto il Cristo dal chiodo spiegando che si era rotto. Ma poi andando a controllare nell' armadietto gli studenti avrebbero trovato il crocefisso intatto senza danni. Di sicuro tutti gli studenti accusano la loro insegnante. In un attimo è partito il tam tam tra i genitori. E non solo della sezione ma dell'intera scuola media. Sono stati così interessati della vicenda i rappresentanti di classe, qualcuno ha chiesto loro lumi e chiarimenti. Persino ai sacerdoti è arrivata la voce: «Cercherò di sapere - afferma il curato - esattamente come è andata. Certi fatti sono gravi e inspiegabili». E su fino all'ufficio del sindaco. «Se questa professoressa ha sbagliato - assicura il primo cittadino - andrò sino in fondo». Lei, la prof del crocefisso rotto, non si trova a scuola. Dopo le lezioni, è tornata a Verona dove vive. Stamattina passerà altre tre ore con i suoi allievi. Senza far riferimento a quanto accaduto. Non è necessario. Chi invece cerca di smorzare le inevitabili polemiche è la dirigente Aguiari. A chi l’ha sentita ha smentito «che qualsiasi professore abbia mai tolto il crocefisso dalle aule». Mai? «Dice così - si fa coraggio una ragazzina - perché lei in classe non c'era, non ha visto quello che abbiamo visto noi». La scelta della prof ha infatti provocato stupori e più di un malumore tra gli studenti. L'indomani alcuni sono arrivati in classe con in tasca immagini sacre, come a sostegno della propria fede, altri invece hanno riferito ai genitori.
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