Il suicidio dei moderati da Albaro a Castelletto

Rewind. Torniamo a cinque anni fa, quando i moderati (Forza Italia, An, Lista Biasotti, Lega Nord e Udc) conquistarono tre Municipi, vale a dire mezza città. E, soprattutto, mezza città importantissima: il Centro-Est che, detto in italiano, sarebbe il centro storico, il Quadrilatero, Portoria, Prè, la Maddalena, il Molo, Carignano, Castelletto, Lagaccio ed Oregina. Cioè novantamila persone, cioè qualcosa come il secondo Comune della Liguria. E poi, il Medio-Levante, cioè Albaro, la Foce, San Martino. E ancora, il Levante, il territorio da Sturla a Nervi, passando per Quarto e Quinto, ma anche per Borgoratti, Bavari, Apparizione, San Desiderio e Sant’Ilario.
Insomma, tre città nella città. Tre territori importantissimi e decisivi per porre le basi per costruire qualcosa.
Di fronte a una situazione simile uno con un po’ di buon senso cosa fa? Inizia a costruirci sopra. Il centrodestra genovese invece che fa? Inizia a litigarci sopra, come se già governasse il Comune e potesse permettersi di scherzare nei Municipi.


E così, anziché approfittare delle follie della sinistra che rischiava di regalare ai moderati il Municipio Centro-Ovest, quello di Sampierdarena e San Teodoro, il fortino della sinistra, sfiduciato e tornato alle urne per risse interne alla coalizione progressista, si sono iniziati a perdere i Municipi moderati, dove invece la strada era in discesa.
Fino ad oggi, si è salvato solo il Levante, dove il presidente Francescantonio Carleo e la capa dei ribelli Alba Viani non si sopportano. Ma, essendo sia uno sia l’altra delle persone assolutamente ragionevoli (...)

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