Roma

«Sul piano di rientro servono impegno e responsabilità»

Il senatore Cursi: «Il Lazio non deve erogare un servizio di serie B»

Senso di responsabilità e impegno. Su queste coordinate il senatore Cesare Cursi, presidente dell’Osservatorio di sanità e salute, insiste e inserisce la sua azione politica all’interno della compagine di maggioranza per contribuire a sanare i problemi della sanità nel Lazio. «L’accordo tra il ministro del Welfare Sacconi e il commissario Marrazzo - dichiara il Presidente della commissione Industria e commercio del Senato - serve soprattutto a evitare che il governo possa essere ulteriormente accusato di strumentalizzazioni politiche. Il piano di rientro avrà ancora bisogno di qualche nuova proposta operativa. Ci stiamo lavorando e sarà completato nelle prossime settimane, a patto che siano raggiunti alcuni obiettivi così da permettere delle erogazioni parziali».
Tra le misure aggiuntive, e i punti da limare, la condizione che fino al 31 dicembre prossimo non possano essere aperte strutture pubbliche o private accreditate. Inoltre, c’è l’impegno entro il 10 ottobre di presentare un piano complessivo di riqualificazione della rete ospedaliera con una forte riduzione dei costi sulla RmE e sulla RmA. «E questo lo dico - afferma Cursi - come presidente dell’Osservatorio di sanità e salute. Anche questo fatto sconfessa, ancora una volta, coloro i quali ci accusano irresponsabilmente di volere affossare la sanità. La nostra sola preoccupazione è di evitare che le strutture sanitarie del Lazio eroghino un servizio qualitativamente di serie B rispetto alle altre regioni. Nostro obiettivo è tutelare la salute dei cittadini con servizi di qualità e di eccellenza». Per queste ragioni, Cursi indica la nomina di un tecnico per la figura del subcommissario. «Un tecnico di professione che conosca le dinamiche e che eviti perciò di trascinarci in situazioni difficili da gestire. Anche io, per l’ambito di mia competenza, in queste settimane ho tallonato Marrazzo e qualche risultato comincia a vedersi.

Resta il fatto che, con ogni probabilità, per consentire un’erogazione parziale bisognerà forse modificare una norma legislativa».

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