Genova - Crisi e disoccupazione? Non andate a dirlo a Costa e Messina, due compagnie di navigazione leader nel campo di crociere e trasporti, che pure a mettere insieme equipaggi per far viaggiare la loro flotta stanno facendo fatica. E difficoltà, in Liguria, per portare avanti le loro attività, sembrano averle anche molte pasticcerie e pizzerie in base a una denuncia arrivata dalla Confartigianato locale.
Nell’epoca della grande crisi e del lavoro che non si trova ci sono centinaia di opportunità che giovani e meno giovani sembrano non prendere neppure in considerazione. Questo nonostante le tipologie occupazionali proposte siano interessanti sia per l’attività che propongono sia per il salario. Ma a bandi, corsi e annunci di lavoro rispondono in pochi.
C’è preoccupazione, per esempio, nel gruppo Costa Crociere che, per formare il personale ha anche studiato da tempo corsi mirati con posti a numero limitato in modo da riuscire ad assorbire direttamente in azienda almeno il 70-80 per cento delle persone che vi si iscrivono. Eppure si tratta di corsi professionali gratuiti, promossi insieme agli enti locali, cofinanziati dal Fondo sociale europeo e mirati a riempire le esigenze di occupazione del gruppo. Massima affidabilità e quasi certezza di un posto di lavoro. Gli ultimi lanciati dal gruppo genovese toccano le realtà di Genova, Savona e Roma. Sei corsi per 116 posti, destinati a formare tour escort, addetti al servizio clienti, allievi cuochi, animatori e fotografi da impiegare a bordo delle navi. La compagnia di navigazione è in fase di espansione, oggi conta 14 navi in servizio mentre altre 3 sono in costruzione dalla Fincantieri e saranno varate entro il 2012 con opportunità occupazionali in pochi anni per oltre 6.000 persone. Le garanzie ci sarebbero tutte, quello che manca è la materia prima, sono i giovani interessati.
Il problema è come reperire un numero così elevato di manodopera se in Italia sembrano snobbare queste opportunità. I corsi promossi da Costa, in passato, sono stati disertati: non c’è stata neanche la selezione del personale perché ai corsi non si è presentato nemmeno il numero limite delle persone. Anche in questo caso un mistero, visto che non erano neppure richieste ai candidati qualifiche o capacità particolari, nulla più che la buona conoscenza di una lingua straniera. Per completare l’equipaggio si cercano persone che possano accompagnare e fornire assistenza agli ospiti, così come in cucina non vengono cercati cuochi d’alta classe ma allievi da formare con gli chef di bordo. Non è male nemmeno la retribuzione: i contratti che vengono proposti sono quelli nell’ambito marittimo e hanno una durata di circa sei mesi, sono rinnovabili e a ogni imbarco hanno un incremento in base all’anzianità di servizio. Per gli animatori si parte da una base di 1.000 euro netti più vitto e alloggio a carico della compagnia. E questa è la paga più bassa. Per il personale di cucina le cifre sono molto più interessanti.
Se Costa fa fatica a trovare il personale di assistenza ma riesce a far navigare la propria flotta, il gruppo Messina ha difficoltà a formare equipaggi il cui numero è molto più contenuto. Si parla di team formati da 18-22 persone tra ufficiali di macchina e carico compresi gli addetti alla cucina. «Nonostante la legge non ci imponga più da anni di avere equipaggi formati da soli italiani noi abbiamo ancora questa ambizione, ma non è semplice», racconta Stefano Messina amministratore delegato della compagnia genovese e vicepresidente di Confitarma.
Pochi i giovani che si avvicinano a una tipologia di lavoro considerata scomoda perché porta a trascorrere lunghi periodi lontano da casa e in mezzo al mare. Periodi ricompensati da retribuzioni che corrispondo al sacrificio: lo stipendio più basso supera i 2.000 euro netti per contratti da sei a otto mesi. «Nel nostro settore esiste un grande lavoro di concertazione tra sindacati di categoria e armatori - spiega Messina -. Negli anni scorsi abbiamo avuto difficoltà a formare personale competente, oggi con la contrazione del mercato l’esigenza c’è sempre ma è un po’ meno marcata». Oggi per stimolare le nuove generazioni a questo tipo di attività, a Genova è nato anche un polo formativo per la marina mercantile.
Problemi a trovare personale qualificato anche dall’artigianato alimentare ligure.
Secondo uno studio di Unioncamere la domanda è in continuo e costante aumento: un vero e proprio boom per gli affari degli esercenti che avrebbero bisogno di manodopera ma non riescono a trovare personale abbastanza qualificato a cui affidare il lavoro. La crisi c’è ma non si vede.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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