Suriname Lite a colpi di machete fra i cacciatori d’oro

La corsa all’oro in Suriname è finita nel sangue. Una donna incinta è stata uccisa a colpi di machete, e altre 80 persone sono rimaste ferite, alcune gravemente, in scontri tra cercatori d’oro clandestini brasiliani e la comunità dei «maroon», i discendenti degli schiavi africani. Gli scontri hanno messo a ferro e fuoco la cittadina di Albina, un centro minerario di circa diecimila abitanti alla frontiera tra Suriname - paese natale dei calciatori Ruud Gullit e Clarence Seedorf - Guyana Francese e Brasile, in piena giungla amazzonica.
La violenza è cominciata alla vigilia di Natale quando per una lite, forse per dell’oro, un brasiliano ha ucciso a bastonate un «maroon». L’uomo è stato poi catturato dalla polizia nella foresta, ma l’arresto non ha placato l’ira dei locali: circa 500 persone hanno attaccato per ritorsione tutti i brasiliani presenti nella zona a colpi di machete, appiccato il fuoco a numerose baracche e tende nei «garimpos» (le miniere d’oro e di pietre preziose all’aperto), saccheggiato i negozi e incendiato le case, tanto che sono intervenuti i pompieri della Guyana Francese.

Secondo l’ambasciatore brasiliano nel Suriname la donna incinta è stata uccisa con un colpo di machete alla gola, mentre altre donne sono state stuprate. Tredici persone sono state ricoverate con ferite gravi di armi da taglio, mentre un centinaio ha trovato rifugio in un accampamento dell’esercito.

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