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Sventato sequestro di industriale da ex br e mafia: otto arresti

A Caltanissetta un gruppo di mafiosi della Stidda stava preparando il sequestro di un imprenditore e di un banchiere. Il piano organizzato da un ex militante delle Brigate Rosse

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di industriale da ex br 
e mafia: otto arresti

Caltanissetta - Un gruppo di mafiosi legati alla Stidda stava preparando il sequestro di un facoltoso imprenditore siciliano e di un banchiere. Il piano, sventato dai magistrati della procura della Repubblica di Caltanissetta e dai carabinieri della compagnia di Gela e del comando provinciale nisseno, ha portato questa mattina all’esecuzione di otto ordini di custodia cautelare in carcere. I provvedimenti sono stati eseguiti in Sicilia e in altre due regioni. L’inchiesta è riservatissima. Si apprende soltanto che grazie all’uso di intercettazioni ambientali effettuate per indagini che non riguardavano la mafia, si è arrivati a scoprire il piano dell’organizzazione criminale che era già pronto per essere eseguito prima di Pasqua. Già alcuni anni fa collaboratori di giustizia come La Barbera e Camarda avevano rivelato che i corleonesi, dopo aver a lungo vietato in Sicilia i sequestri di persona, volevano iniziare una "nuova stagione" criminale effettuando rapimenti di facoltosi imprenditori.

L'obiettivo dell'ex br Calogero La Mantia e del gruppo mafioso della "Stidda" era il banchiere Giovanni Cartia, presidente della Banca Agricola Popolare di Ragusa. Gli indagati avevano studiato i movimenti dell'uomo ed effettuato sopralluoghi. Il piano stava per scattare e doveva essere messo a segno nei prossimi giorni. Anche il covo in cui doveva essere portato Cartia era stato preparato nei pressi di Comiso (Ragusa). Cartia è uno degli uomini più facoltosi della Sicilia, l' altro sequestro di persona che doveva essere eseguito riguardava l'imprenditore edile gelese Vincenzo Cavallaro. 

L'inchiesta e gli arresti Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa e associazione per delinquere, detenzione di armi ed esplosivi, sequestro di persona a scopo di estorsione, con l’aggravante per tutti di essere un'associazione armata. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore Sergio Lari, dall’aggiunto Domenico Gozzo e dal sostituto della Direzione distrettuale antimafia, Nicolò Marino. I provvedimenti cautelari riguardano tutte persone originarie del Nisseno, due delle quali avevano interessi economici in altrettante regioni italiane (Puglia e Lombardia)dove stamani i carabinieri li hanno arrestati. Il gruppo che aveva già messo a punto il piano di sequestro di persona era collegato alla Stidda, un’organizzazione mafiosa violenta che in passato si è contrapposta a Cosa nostra nella zona del Nisseno.

Il piano organizzato da un ex Br Il piano sarebbe stato organizzato da un ex militante delle Brigate Rosse. Si tratta di Calogero La Mantia, 59 anni, originario di Sommatino (Caltanissetta), ma residente a Gela. L’ex Br  era stato arrestato negli anni Settanta per terrorismo perché accusato di far parte della colonna milanese delle Brigate Rosse. Dopo aver scontato la pena in carcere, era ritornato a Gela. Secondo l’accusa, il progetto era quello di sequestrare, prima di Pasqua, un noto banchiere siciliano.

Un indagato ancora irreperibile L’organizzazione sarebbe stata capeggiata da Vincenzo Pistritto, 41 anni, pregiudicato di Gela, il quale avrebbe avuto in programma un altro sequestro di persona che riguardava un familiare di un imprenditore nisseno. Anche lui è stato arrestato questa mattina. Delle otto ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Caltanissetta, Giuseppina Bonavenura, i carabinieri hanno fino adesso notificato il provvedimento solo a sette persone. Un indagato è ancora irreperibile. L’operazione è stata denominata "Caiman" e ruota intorno a Vincenzo Pistritto, arrestato stamani, il cui spessore criminale è descritto da diversi collaboratori di giustizia.

L’indagato, insieme ai suoi presunti complici, aveva ideato e materialmente pianificato, con vari sopralluoghi, diversi progetti criminosi, principalmente rapine, per le quali è emersa la disponibilità di armi ed esplosivo al plastico.

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