da Verona
Chi lha ammazzato sapeva benissimo quali fossero le abitudini di Giorgio Vesentini. Forse ne hanno studiato i movimenti, controllato gli spostamenti, verificato gli orari. Sapevano che questo cinquantenne apriva la sua edicola-tabaccheria di prima mattina, verso le 6,30, nel centro di Verona, in corso Porta Borsari, poco lontano da Castelvecchio. Ed è intorno a quellora che ieri mattina lassassino è entrato in azione. Ha sorpreso il cinquantenne mentre sistemava i quotidiani sul bancone, come faceva da una vita. Strana ora per fare una rapina, visto che lincasso a quellora non poteva certo essere corposo. Vesentini è stato assalito con brutale violenza. Ledicolante ha tentato di difendersi ma è stato sopraffatto da cinque coltellate, una alladdome, una su una coscia e tre, fatali, sul collo. E crollato sul pavimento in un lago di sangue, ucciso forse per pochi euro.
Alle 7,15 è arrivato nel negozio il primo cliente della mattina. Una volta entrato stava per chiedere alledicolante il solito quotidiano e ha fatto così la terribile scoperta: Vesentini era disteso sul pavimento con il collo squarciato dai fendenti dellassassino. Luomo ha dato subito lallarme e in corso Porta Borsari sono arrivati i mezzi di soccorso e una volante della polizia. Il medico non ha potuto fare altro che constatare la morte delledicolante, mentre i poliziotti hanno ascoltato le prime testimonianze, partendo dal cliente. Poi hanno avuto lingrato compito di comunicare alla moglie la tragica notizia. Ed è stata proprio lei a raccontare che il marito era andato al lavoro in bicicletta, come ogni mattina, alle 6,30: dunque, se il cliente ha scoperto il cadavere alle 7,15, lassassino non può che avere agito in quellintervallo di tempo.
Stando ai primi rilievi effettuati dagli agenti Vesentini avrebbe cercato di opporsi al suo aggressore ed è possibile che, in questo tentativo estremo di lotta, lassassino abbia lasciato qualche traccia. Secondo la polizia veronese, il delitto potrebbe essere stato la conseguenza di un tentativo di rapina. Ma non è questa lunica pista battuta dagli investigatori. All'interno del negozio (che è anche ricevitoria) all'apparenza non mancava nulla, né i pochi spiccioli rimasti in cassa dalla sera prima, né valori bollati o altro. Vesentini non aveva mai subito rapine da quando 14 anni fa aveva acquistato la centralissima edicola-tabaccheria di corso Portoni Borsari, poco distante dalla sua abitazione.
Il prefetto ha convocato il comitato di ordine pubblico e ha disposto un rafforzamento delle misure di sicurezza nel centro della città scaligera.
E intanto, dopo questa ennesima vittima, i tabaccai accusano.
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