Il Tar sospende il concorso per la dirigenza regionale

La sospensione del concorso per la dirigenza alla Regione Lazio, stabilita da una ordinanza del Tribunale amministrativo regionale lo scorso 9 Luglio, non fa presagire nulla di buono anche in merito agli altri bandi di concorso. «Già il mese scorso - ha commentato in una nota il consigliere regionale del Pdl Massimiliano Maselli che ieri ha reso nota l’ennesima bocciatura della giunta Marrazzo - denunciai con una conferenza stampa le anomalie delle procedure concorsuali e le curiose “casualità” di graduatorie che hanno assegnato idoneità a parecchi partecipanti, già dipendenti con contratto a tempo determinato di tipo fiduciario, in servizio presso segreterie particolari di organi politici regionali». Il sindacato Direr-Dirl - ha ricordato Maselli - aveva chiesto di aprire preliminarmente un confronto su criteri e logiche organizzative e, relativamente alle singole strutture regionali, aveva manifestato l’esigenza di tracciare il profilo di titoli e professionalità necessarie per poi procedere, eventualmente, ove non fosse stato possibile trovare tali professionalità in altri ruoli regionali, a bandire concorsi.
«Non a caso - ha continuato il consigliere del Pdl - il sindacato Direr non firmò l’accordo di concertazione per bandire nuovi concorsi al Consiglio regionale, chiedendo preliminarmente la realizzazione delle altre procedure e poi impugnando il bando per i 25 dirigenti. L’assetto organizzativo del Consiglio regionale infatti è stato più volte modificato con interventi estemporanei e privi di una logica preordinata e negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un rapido quanto disordinato “affollamento” dei ruoli dirigenziali: procedure disparate come lo scorrimento delle graduatorie di altri enti, trasferimenti, incarichi a termine, senza che fosse mai operata la necessaria preliminare ricognizione e disciplinati i criteri per tale mobilità, come invece è previsto dall’art. 32 della legge regionale 6/2002, richiamato dall’ordinanza del Tar».
«Ad esempio - ha spiegato Maselli - nel mese di dicembre 2008 ai Parchi hanno assunto funzionari che erano risultati idonei a un concorso, bandito nel 2005 da una comunità montana in scioglimento, quella delle Gronde degli Aurunci. Peraltro un gruppo di candidati al concorso per dirigenti ha eccepito altri presunti vizi di illegittimità, con particolare riferimento alle procedure di individuazione dei titoli richiesti per partecipare alle prove concorsuali. Il livello di correttezza delle procedure sarà tutto da verificare. Già solo il fatto che la Regione Lazio abbia speso la modica cifra di 2.400.000 euro per una ditta esterna e abbia affrontato altri costi per un consulente, fa ragionevolmente ipotizzare la configurazione di un danno erariale, con la conseguente apertura di un procedimento contabile presso la Procura regionale della Corte dei Conti, ove le predette procedure concorsuali non venissero utilmente concluse».


«Mi auguro quindi - ha concluso - che la decisione del Tar faccia ancora più riflettere chi di dovere e si arrivi al più presto all’annullamento del concorso che, fin dalle sue prime battute, ha evidenziato procedure non trasparenti. L’ordinanza del Tar ne è la riprova e nel prossimo Consiglio regionale presenterò una mozione che chiede l’annullamento del concorso».

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