Politica

Tasse e sicurezza, An in piazza contro Prodi

da Roma

Lo slogan potrebbe essere: meno tasse più sicurezza. L’obiettivo: portare migliaia di persone a Roma per protestare contro le iniziative del governo Prodi. Estate finita per Alleanza Nazionale. Il partito di Gianfranco Fini infatti si è messo già all’opera per la grande manifestazione (annunciata già qualche mese fa) del 13 ottobre. L’esecutivo di via della Scrofa si è riunito ieri nella sala Tatarella di Montecitorio proprio per mettere a punto il planning organizzativo.
In sostanza quello a cui An sta pensando è di lavorare su due piattaforme ben distinte da portare in piazza: una sulla sicurezza (antico cavallo di battaglia di via della Scrofa) e una sulla protesta fiscale. A coordinare la prima ci sarà Maurizio Gasparri, mentre per la seconda il capofila sarà Alberto Giorgetti. Anche se, racconta chi era presente all’esecutivo, «ogni coordinatore avrà con sé un gruppo di lavoro con tutti i dirigenti del partito». Per ogni piattaforma verrà preparato un pacchetto di proposte «serie e accurate non come quelle proposte da questo governo», sibila un dirigente di An. Per la sicurezza, anticipa qualche dettaglio lo stesso Gasparri: «L’intenzione è di fare in ogni città dei gruppi, che chiameremo “comitati legge ordine” (Clo), in cui far confluire i vari comitati già esistenti in tante città, in tantissimi quartieri».
Stessa cosa sul versante della protesta fiscale, cambiano solo i soggetti. Qui l’idea è di coinvolgere tutte le categorie che si stanno ribellando all’oppressione fiscale: «Basti pensare ai commercianti, ai vari professionisti, agli assicuratori», afferma Andrea Ronchi, aggiungendo quella che comunque la base portante di tutta l’iniziativa di ottobre: «Sarà una manifestazione di popolo aperta non solo ai militanti ma a tutti i cittadini che ci chiedono con forza di mandare a casa Prodi». Intanto mercoledì prossimo ci sarà una prima riunione con i presidenti provinciali e i coordinatori regionali di An, presieduta dallo stesso Fini, proprio per dare le direttive, le modalità organizzative e anche i messaggi contenutistici delle due piattaforme. A chi fa notare che il 13 di ottobre è il giorno prima delle primarie del Partito democratico, facendo pensare a una sorta di strategia «An anti Pd», dagli ambienti di via della Scrofa precisano: «Niente affatto. Ci sembrava semplicemente la data giusta a un mese dalla ripresa politica. Anche perché per noi le primarie sono una questione secondaria».
L’esecutivo di ieri è stata anche l’occasione per il presidente Fini di parlare con i suoi del summit di Gemonio e ribadire ancora una volta la posizione del partito. Mentre infatti a palazzo Chigi continua il via vai di esponenti della maggioranza per lavorare sulla legge elettorale, in Alleanza Nazionale spiegano di essere ora alla finestra per vedere cosa arriva dal governo. Una cosa però è certa. «Non consentiremo che la legge elettorale diventi una sorta di ciambella di salvataggio per il governo», avverte Ronchi invitando la maggioranza a fare la sua proposta, che deve ovviamente rispettare i paletti fissati l’altro giorno a Gemonio: «Rafforzamento del bipolarismo e chiara indicazione delle alleanze e di chi dovrà essere il premier». Il partito di Gianfranco Fini è in stand-by ma «nella massima serenità. Anche perché abbiamo in tasca ancora la scadenza referendaria», ricorda un dirigente aennino. A Prodi, che in un’intervista dichiara: «Serve una legge elettorale che avvicini i cittadini alla politica» replica secco Gasparri: «Il premier può fare solo una cosa: ritirarsi.

Questo sì che può avere effetti miracolosi sull’avvicinamento dei cittadini alla politica».

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