Tatoo, cappelli e cappe ad AltaRoma. E gli abiti s'ispirano a Venezia e Pompei

Chiude la manifestazione romana, con i tatuaggi d'autore di Marco Manzo e lo stile jazz degli abiti di Greta Boldini

Pizzi e merletti, simboli tribali, ingranaggi meccanici, versi poetici, effetti 3D.

Il tattoo oggi tanto di moda può diventare haute couture se è d'autore. Soprattutto, se lui si chiama Marco Manzo, ha ricevuto oltre 50 premi nazionali ed internazionali e ha tracciato con gli aghi i suoi segni indelebili sulla pelle di personaggi come Asia Argento e Gabriel Garko.

Così, nella kermesse di AltaRoma c'è spazio anche per la sfilata dei tatuaggi e nella sala del museo Maxxi modelle vestite di nero si mettono in posa sedute su cubi per mostrare dagli oblò sulla schiena o dagli spacchi sulle gambe, i sapienti disegni griffati.

Lui, il quarantesettenne Manzo, non si sente affatto diverso da un sarto. «I miei tattoo - spiega - sono unici: sottolineano le curve della silhouette, valorizzano i punti forti, nascondono i difetti. Proprio come fa un abito creato su misura da un bravo stilista. Per questo è importante studiare la figura della cliente, prima di iniziare».
Ha iniziato nel 1992, quando l'arte del tatuaggio non era regolamentata: 6 anni dopo il ministero della Sanità l'ha fatta uscire dall'illegalità e Manzo ha iniziato a insegnare le norme d'igiene e sicurezza in corsi professionali. «Nel mio studio sulla Cassia- spiega- ho attrezzature sofisticatissime per sterilizzare gli aghi che a volte realizzo anche a mano».

Per tatoo del genere ci vogliono dalle 35 alle 100 ore e il tempo dipende dalla resistenza al dolore. «L'età dei miei clienti? Non sono molto giovani, tutt'altro».
Quest'arte ha sempre ispirato l'alta moda e sulle passerelle romane si ricorda la bellissima collezione firmata anni fa da Fausto Sarli, come quella della maison Gattinoni, di cui vengono mostrati tre abiti da sera -due neri e uno bianco- nella performance di Manzo.

AltaRoma parla anche di cappelli, con la mostra al Maxxi del più antico laboratorio della capitale. Persorre un secolo di storia la Manifattura Cappelli: cloche anni Venti, forme surrealiste dei Trenta e Quaranta, pagode dei Cinquanta, toque dei Sessanta, pamele a falde larghe dei Settanta, copricapi bon ton anni Ottanta e bizzarri dei Novanta.
Per chiudere la kermesse ecco la collezione di 10 originali e uniche cappe Theodora Bak by Maria Federica Bachiddu, presentata all'Auditorium della Conciliazione .
Ma l'ultima giornata è iniziata al Maxxi con «Crudeltà e Splendore»:la collezione concettuale del marchio Greta Boldini, ispirata all'artista Francis Bacon

I finalisti della IX edizione del concorso «Who Is On Next?» Alexander Flagella, designer di accessori e Michela Musco, stilista «ossessionata dai dettagli», hanno coniato un brand che unisce i nomi di Greta Garbo, icona del cinema e dell' eleganza formale e Giovanni Boldini, grande pittore della Belle Èpoque parigina. Fanno sfilare ai ritmi del jazz giacche in tweed con ampie spalle vagamente anni Quaranta sopra leggere gonne di seta a righe , spolverini neri con tasche svolazzanti di piume di marabù, pellicce a bande colorate bianche marrone e rosa, che accostano astrakan, castoro e visone con effetti originali.

Da citare, in quest'edizione, senz'altro la sofisticata eleganza della collezione di Nino Lettieri

che in un'abito s'ispira da un mosaico di Pompei, la città del suo atelier. Ma anche gli abiti che ricordano la laguna di Venezia, la divisa dei gondolieri e i rostri delle loro nere barche, firmati da Vittorio Camaiani.

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