da Milano
Undici anni di inchieste e processi fra squilli di tromba, ora un finale che non concede allaccusa nemmeno lonore delle armi. La zelante avvocatura dello Stato spagnola dovrà pagare pure le spese del giudizio davanti al Tribunal Supremo, lequivalente della nostra Cassazione. Tutti assolti, dunque, e tutti nel merito, gli otto imputati del filone principale dellaffaire Telecinco. Non resta in piedi nulla del capo dimputazione costruito nel 1997, su input del Pool Mani pulite, dal pm Carlos Castresana e dal giudice istruttore Baltasar Garzon. In pratica i due magistrati ipotizzavano che la Fininvest avesse violato fra il 1989 e il 1996 la normativa antitrust, che allepoca poneva un limite del 25 per cento per i soci stranieri, rastrellando sottobanco pacchetti di azioni fino a detenere addirittura l80 per cento del capitale della tv iberica. Unoperazione accompagnata, secondo questa ipotesi, da unevasione fiscale valutata in 90 milioni di euro.
Non è così. Già lAudiencia Nacional, il tribunale di primo grado, aveva detto il contrario e assolto gli otto imputati, fra cui il top manager Fininvest Alfredo Messina, lavvocato Giovanni Acampora e lex presidente di Telecinco Miguel Duran per cui la Procura di Madrid aveva chiesto addirittura una pena di 14 anni. Ora, però, arriva il sigillo della Cassazione, preceduta in aula perfino dalla Procura generale: il rappresentante dellaccusa aveva proposto la conferma del verdetto di primo grado, lasciando sola lavvocatura dello Stato sulla strada della condanna.
Dunque, della strombazzatissima indagine su Telecinco restano solo le macerie. E lavvocato Niccolò Ghedini, difensore del premier, va allattacco: «Si chiude un altro processo, lennesimo, avviato anche se indirettamente dalla Procura di Milano, e ancora una volta viene riconosciuta lassoluta correttezza di Silvio Berlusconi e del management Fininvest. Sarebbe opportuno che i magistrati milanesi e tutta la stampa italiana, che per anni ha utilizzato questo processo contro Berlusconi, ne prendessero atto e finalmente si scusassero per il loro agire».
In verità, le posizioni di Silvio Berlusconi e Marcello DellUtri sono state stralciate a suo tempo, perché coperte dallimmunità, e congelate, ma è chiaro che anche questo filone è su un binario morto. E finirà, fatalmente, in archivio. Del resto nessuno ha mai risposto al Parlamento europeo che aveva chiesto, per revocare limmunità a DellUtri, chiarimenti alla magistratura di Madrid. Nemmeno una riga è stata scritta per spiegare.
In quaranta pagine la Cassazione ribadisce che le accuse erano generiche e inconsistenti: le prove, documentali e testimoniali, vanno in tuttaltra direzione. Dunque, non ha fondamento il ricorso dellAvvocatura che si era aggrappata ad alcune circostanze specifiche per rovesciare il verdetto di primo grado (per questi reati in Spagna non è previsto lappello).
Non solo: sul capitolo poste deducibili, il Tribunal Supremo risponde allAvvocatura, che contestava la genericità dellassoluzione, spiegando che semmai generiche erano le accuse; e generica e tardiva viene giudicata anche la contestazione suppletiva, lanciata in extremis per rafforzare il fragile impianto costruito dal Pm e dal giudice istruttore.
Infine, il debito tributario. Matura, proprio come sosteneva la Fininvest, quando gli accordi sulla compravendita delle azioni vengono perfezionati con la concessione dellautorizzazione amministrativa. Quindi, le tasse sono state pagate al momento opportuno. In conclusione, non cè stato il falso materiale, non cè stato il falso in bilancio e tantomeno la frode fiscale.
Di più, ulteriore schiaffo allaccusa, il giudice José Manuel Maza Martin, uno dei cinque componenti del collegio, firma una sorta di dissenting opinion in cui fa proprie le ragioni di uno stuolo di avvocati a proposito di un punto sconcertante e controverso: la promozione sul campo degli ispettori del fisco, trasformati dalla bacchetta magica della magistratura in periti. Per Maza Martin questa metamorfosi non sta in piedi e non doveva essere fatta. Al massimo, gli ispettori avrebbero potuto portare in aula la loro testimonianza. Ma anche questa invasione di campo non è bastata.
Fininvest sottolinea in una nota «il proprio orgoglio imprenditoriale nel vedere finalmente riconosciuto che il decisivo contributo alla nascita e allaffermazione di una realtà di eccellenza quale è Telecinco venne dato senza alcuna ombra di irregolarità.
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