Angelo Allegri
da Milano
Banca Intesa dice addio a Olimpia. Listituto guidato da Nanni Bazoli e Corrado Passera ha comunicato ieri che intende esercitare lopzione di vendita sulla sua quota (il 4,772%) nella società che controlla il 18% di Telecom Italia. Gli accordi parasociali siglati nel 2001 per Olimpia prevedono che a rilevare i 220 milioni di titoli sia Pirelli, in cambio di un corrispettivo di 585 milioni di euro.
La decisione dellistituto milanese era attesa e Bazoli ha fatto di tutto per renderla ancora più «soft», riaffermando la continuità e limportanza della collaborazione con il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera. Ora ad avere tempo fino al 4 aprile per comunicare le proprie intenzioni è Unicredit: il patto che lega istituti di credito e Pirelli scade agli inizi di ottobre e il recesso va comunicato sei mesi prima. Da Piazza Cordusio è arrivato ieri lennesimo «no comment», ma se il recesso di Intesa era considerato molto probabile, quello di Unicredit appare praticamente certo. E anche alla banca guidata da Alessandro Profumo andranno i 585 milioni previsti dagli accordi. In tutto dunque si tratta quasi di 1,2 miliardi, che si aggiungono alle somme che Pirelli dovrà versare per rilevare la quota di Hopa, a cui il recesso dai patti è stato comunicato l8 febbraio. Per quanto riguarda la finanziaria bresciana le trattative potranno durare fino a fine maggio, ma sembra ormai tramontata la possibilità che il divorzio avvenga per scissione e che quindi a Hopa vengano attribuite le quote di attivo e passivo corrispondenti alla sua partecipazione nel capitale di Olimpia (il 16%). Più probabile lopzione cash, che finirebbe per costare al gruppo di Tronchetti Provera altri 470 milioni circa.
La riorganizzazione dellazionariato apre potenzialmente la strada ad altri partner e nel recente passato si è parlato di qualche attrito (sempre regolarmente smentito) tra il gruppo Benetton (laltro partner di Olimpia), che sarebbe propenso a collaborazioni con altri gruppi del settore, e Pirelli, decisa a fare da sola o ad aprire il capitale a semplici partner finanziari.
Negli ultimi mesi Tronchetti Provera ha più volte ribadito che «Pirelli ha tutta la solidità finanziaria per assorbire senza problemi le quote di Hopa e delle banche». A scanso di equivoci il gruppo ha messo in cantiere una serie di iniziative per rafforzare le proprie disponibilità finanziarie: formalizzata in febbraio la decisione di quotare in Borsa il settore pneumatici (potrebbe valere complessivamente tra i 2,5 e i 3 miliardi) è stata anche decisa la dismissione di attività finanziarie «non core» per circa 400 milioni di euro.
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