Per sei mesi ha taciuto, spaventata, duramente provata e umiliata dalle appiccicose attenzioni di quello che chiamava «zio». Poi è esplosa nel suo racconto, uno sfogo choc inserito in un tema ditaliano. Unarma insolita ma di sicura efficacia per denunciare lincubo e lorco. Protagonista della vicenda, raccontata ieri dal quotidiano La Nazione, una tredicenne della provincia di Pisa che frequenta la terza media. Lo «zio» le faceva, e pretendeva, sgradevoli carezze. Quando ha letto quelle righe, linsegnate di italiano ha contattato prima il preside dellistituto e poi ha chiamato i genitori della studentessa, così è scattata la denuncia. Luomo, un sessantenne, fratello del nonno materno della ragazzina, è finito prima in carcere e poi ai domiciliari. Per lui laccusa è violenza sessuale su minore.
La tredicenne frequenta la terza media in una scuola del Pisano. Quello «zio» lo conosce da sempre. Gli investigatori parlano di un ambiente familiare stretto. Le famiglie vivono in case confinanti e hanno spazi in comune. Non sono rare le occasioni per stare insieme, condividere un pranzo o festeggiare un avvenimento. Secondo la studentessa, dal settembre del 2010 al marzo 2011, quando ha scritto quel tema, almeno in quattro o cinque occasioni lo «zio» lha molestata. Avrebbe trovato un modo per rimanere solo con lei e lavrebbe palpeggiata, costringendola a fare altrettanto.
La procura di Pisa ha avviato le indagini, affidate al sostituto procuratore Antonio Giaconi. Dalle prime verifiche al racconto della ragazzina, gli investigatori hanno trovato riscontri. Per luomo sono così scattate le manette: prima è finito nel carcere di Pisa, poi gli sono stati concessi i domiciliari. Per domani è previsto lincidente probatorio, davanti al gip Concettina Garreffa. Assistita da un perito, la minorenne dovrà ripercorrere le fasi delle molestie.
Intanto, luomo si professa innocente: «È tutto falso, non cè niente di vero», ha ripetuto in questi mesi ai propri legali. Anche secondo i suoi difensori, «le dichiarazioni della ragazzina non sono credibili e neanche attendibili». I legali sperano che già da domani nel racconto della ragazzina si aprano le prime crepe. Secondo loro, quel tema denuncia non è convincente.
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