La tinta che evoca profondità e rende il cerchio perfetto

Molte novità della Maison puntano su quadranti blu tonalità di grande appeal anche abbinata all'oro rosa

Fabrizio Rinversi

«L'inclinazione del blu all'approfondimento è così grande che proprio nelle tonalità più profonde diventa più intensa e acquista un effetto interiore più caratteristico. Quanto più il blu è profondo, tanto più fortemente richiama l'uomo verso l'infinito, suscita in lui la nostalgia della purezza e infine del sovrasensibile». Parole di Vasilij Kandinskij, precursore della pittura astratta e teorico del significato interiore dei colori, del loro dinamismo funzionale all'intensità. Interessante, poi, da parte dell'artista franco-russo, l'accostamento ineluttabile tra forma e colore nella composizione pittorica, basato sul rapporto privilegiato tra singole forme e singoli colori, tale per cui l'effetto sull'osservatore risulta notevolmente potenziato: e se il giallo ha una relazione prioritaria con il triangolo, il rosso con il quadrato, il blu si associa al cerchio.

Un connubio perfetto per esaltare la resa estetico-grafica del quadrante tradizionale dell'orologio, tanto da indirizzare, nel 2018, molte novità su questa cromia. Di fatto, uno dei più espliciti sinonimi di eleganza e, conseguentemente, oggetto di scelta o giudizio soggettivi. In tal senso, evidentemente, oltre al fascino della tonalità, influisce l'awareness del brand, il suo appeal, la sua penetrazione sul consumatore, territori sui quali la Maison Longines ha molte carte da giocare, a partire da un claim ormai cucito addosso come una seconda pelle, ossia, «elegance is an attitude».

Un'asserzione la cui veridicità e attinenza affondano le radici fino al comptoir aperto da Louis Agassiz a St. imier nel 1832, per passare, poi, all'avvio della «fabbrica dei Longines» del 1866, alla registrazione del marchio nel maggio del 1889, unitamente al logo della clessidra alata, ai massimi riconoscimenti ottenuti alle Esposizioni Internazionali a partire dal 1883 o ai concorsi di cronometria su modelli da tasca e da polso. E se si scorrono gli esemplari prodotti in oltre 180 anni di attività, effettivamente, si percepisce una naturale ricercatezza, nel disegno dell'orologio, sempre discreto, composto, misurato, difficilmente criticabile, anche quando adattato per usi aviatori oppure più diffusamente sportivi, segmento in cui Longines è stato ed è tuttora tra i maggiori protagonisti sulla scena internazionale, senza mai derogare al proprio stile, non cedendo alle facili chimere del sovradimensionamento delle singole componenti e dell'insieme.

Naturale, quindi, che il blu di Longines agisca su un humus talmente fertile da spiccare e distinguersi, come nella satinatura soleil del Record in oro rosa (da 38,5 mm, automatico certificato Cronometro, con spirale in silicio), o del Master Collection Annual Calendar in acciaio (40 mm, esordio assoluto della complicazione nel catalogo della Maison, calibro automatico di nuova generazione con riserva di carica di 64 ore e calendario annuale espresso

su finestrelle al 3) o, infine, a finitura azurée, nel cronografo Conquest V.H.P. in acciaio da 42 mm (esemplificativo della ricerca dell'eccellenza anche nel movimento al quarzo, con una precisione di +/-5 secondi/anno).

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