Luca Pace
da Milano
Tiscali dice fine alla parola bond. Ieri il consiglio di amministratore dellInternet provider sardo ha approvato laumento di capitale a servizio del rimborso dellultima tranche di obbligazioni in scadenza. Il prossimo 26 settembre Tiscali dovrà infatti ripagare 209,5 milioni di euro ai propri obbligazionisti. Una parte, circa 145 milioni di euro, saranno rimborsati in contanti mentre il resto arriverà dallaumento di capitale appena varato. Loperazione prevede lemissione di 27,6 milioni di nuove azioni, pari al 6,98% del capitale. Con questa operazione Tiscali potrà finalmente concludere il processo di rimborso di tutte le obbligazioni emesse tra il 2000 e il 2003. Si trattava di oltre 600 milioni di euro, passati indenni in un mercato che dopo i casi Parmalat e Cirio e Giacomelli aveva anche temuto il peggio, facendo registrare forti cali del titolo in Borsa.
«Grazie alle diverse dismissioni e a una forte ristrutturazione, la società ha risolto ogni dubbio sulla sua solidità finanziaria», spiega un trader. Ma se negli ultimi tre anni il gruppo ha fatto passi da gigante, non tutti gli analisti sembrano ottimisti. Per ripagare lobbligazione, Tiscali ha raggiunto un accordo con Silver Point per un finanziamento di 220 milioni di euro a tassi pari a 6% sullEuribor per i primi 150 milioni e dell8% sempre sullEuribor per i rimanenti 70 milioni. «Una cifra altissima a livelli da junk bond (obbligazioni spazzatura)», spiega un analista che preferisce rimanere anonimo.
Nonostante lalto costo del nuovo debito, Tiscali ha migliorato sensibilmente la situazione finanziaria e, dopo il rimborso del prossimo 26 settembre, si troverà con un indebitamento netto pro-forma di 255 milioni di euro. «Situazione finanziaria a parte il problema è che in un mercato altamente competitivo come questo, per restare a galla, servono forti investimenti e Tiscali, che smetterà di bruciare cassa solo questanno, dove prenderà le risorse necessarie?», si chiede lanalista. Il gruppo ha già rimandato la presentazione del piano industriale atteso lo scorso maggio. Secondo le indiscrezioni di Borsa dietro i ritardi ci sarebbe un disaccordo fra il nuovo amministratore delegato Tommaso Pompei e il principale azionista Renato Soru (il 27,5% del gruppo è ancora in mano sua), sul futuro delle attività in Inghilterra.
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