Tonino, Maruska, l’Europarlamento e il sagace Belli

Caro Granzotto, leggo con trasporto l’autocandidatura di Vattimo con Di Pietro per le europee. Premesso che per la candidatura europea vale quanto si diceva forse un secolo fa, e cioè che un mezzo toscano e un titolo di cavaliere non si negano a nessuno, le faccio omaggio di due reperti tra quelli che con curiosità raccolgo appena li trovo. Uno è di Luigi Bertelli, in arte Vamba, che giro immediatamente a Gianni Vattimo. «Mentre l’appropinquantesi/ pantopatologia/ nella teratologica/ trascende ultima via,/ ecco: un ipersensibile/ eudominismo appar./ È forse dell’io etico/ la transustanziazione?/ Oppure è un’ontologica/ sociale evoluzione?/ Questo chiede il filosofo/ all’ente popolar». Il secondo, invece, è di P.C. Ferrigni, in arte Yorick, ed è l’elogio dell’avverbio, che dedico a Tonino Di Pietro. «Quando talor frattanto,/ forse, sebben così,/ giammai piuttosto alquanto/ come perché bensì?/ Ecco repente altronde,/ quasi eziandio perciò,/ anzi, altresì, laonde/ purtroppo invan; però...

/ Ma se per fin mediante,/ quantunque attesoché,/ ahi! sempre nonostante,/ conciossiacosaché». Sempre con stima e un minimo di leggerezza!
PS Vabbè, però non neghi che la faccenda del Circolo del Tavernello è snobismo. Vuol mettere un buon Barbera d’Alba?

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