Toto nomine: Monti in calo, sale Quadrio Curzio

L’ex commissario Ue ha meno chance dopo la nomina in Goldman Sachs. L’economista lombardo è molto stimato da Tremonti

Gian Maria De Francesco

da Roma

Quale nome per il dopo-Fazio? La scelta di un nuovo inquilino di Palazzo Koch che possa dare un segnale di discontinuità, tanto al mondo politico italiano quanto all’establishment dei mercati finanziari internazionali che da circa sei mesi tuona contro la perdita di credibilità di una delle più antiche istituzioni del nostro Paese, non è un compito facile per l’attuale classe dirigente.
Il toto-nomine sui potenziali candidati alla poltrona più importante della Banca d’Italia è quindi ricominciato. Più o meno con gli stessi nomi che vennero alla ribalta nello scorso settembre. Il recente ingresso di Mario Monti nell’universo della banca d’affari americana Goldman Sachs rende, infatti, meno probabile la scelta dell’ex commissario Ue alla concorrenza. L’ex rettore dell’Università Bocconi ed editorialista del Corriere della Sera è stato nominato componente dell’esecutivo comunitario nel 1994 dal primo governo Berlusconi e gode di quella (presunta) autorevolezza bipartisan guadagnata anche con l’opposizione a colossi internazionali del calibro di Microsoft. Sempre del mondo Goldman Sachs fa attualmente parte Mario Draghi, l’ex direttore generale del Tesoro e padre del Testo unico della finanza del 1998, la legge che regola i mercati finanziari italiani e, soprattutto, disciplina le offerte pubbliche d’acquisto (Opa), la materia più controversa dell’estate bancaria italiana.
Quando è in gioco la credibilità di uno Stato, entrano quelle che a torto o ragione si definiscono «riserve della Repubblica». Ecco perché uno dei principali candidati al ruolo di governatore della Banca d’Italia è Giuliano Amato. Il senatore ed ex presidente del Consiglio è l’autore della legge «Amato-Ciampi» del 1993 che ha riordinato l’intero settore bancario italiano trasformandolo da «foresta pietrificata» in un fiume in continuo movimento. Sua l’«invenzione» delle Fondazioni bancarie, gli enti attraverso i quali è stata resa possibile la privatizzazione delle banche di diritto pubblico e delle casse di risparmio.
Un altro nome di peso è quello di Alberto Quadrio Curzio, preside della facoltà di Scienze Politiche della Cattolica di Milano. Di origine sondriese come il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, Quadrio Curzio è un economista stimato in tutto il mondo (oltre 250 pubblicazioni) e la sua vicinanza al mondo cattolico è testimoniata dalla frequentazione con il think tank della Cei presieduta dal cardinale Camillo Ruini. Altrettanto stimato a livello globale è Tommaso Padoa Schioppa, ex presidente Consob, ex vicedirettore generale di Bankitalia e componente per sette anni del board della Bce.

Tra i «papabili» anche il senatore di Forza Italia ed ex presidente della Bnl, Gianpiero Cantoni, e l’economista Paolo Savona.
Sempre che non si opti per una soluzione interna ad interim rappresentata dal direttore generale di Bankitalia, Vincenzo Desario.

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