Tps si prepara: chi ha il potere può perderlo

da Roma

«Se a provvedimenti equilibrati come le pensioni si dice no, allora si può pure fare il Pietro Micca ma ricordo che non fece una buona fine...». Clemente Mastella, leader dell’Udeur, dispensa scampoli di buon senso alla sua maggioranza, sempre più lacerata dal protocollo sul welfare. È difficile stabilire il punto dove finiscono le critiche di merito della sinistra radicale e comincia l’ostentazione di quelle differenze ideologiche che dovrebbero rendere più appetibile agli elettori la Cosa rossa (Prc, Pdci, Verdi e Sd) rispetto al Partito democratico. Fatto sta che ieri il segretario del Prc, Franco Giordano, alludendo alla consultazione della base, «se sarà rispettato il programma, non ci sarà nessun problema».
Insomma, quando il documento sarà tradotto in un provvedimento legislativo l’estrema sinistra serrerà i ranghi. Come ha detto il segretario dei Comunisti Italiani, Oliviero Diliberto, «uniti abbiamo 150 parlamentari», quindi si impone una nuova trattativa. Qualsiasi orientamento contrario sarebbe una «soperchieria»; perciò a settembre è necessario un vertice con i segretari dei partiti per ritoccare i punti su previdenza e lavoro atipico.
Come se niente fosse, Prodi ha proclamato che il pacchetto sul welfare «è il più serio da decenni» e che alla ripresa dopo l’estate «dovremo procedere con le riforme». Il ministro dell’Economia Padoa-Schioppa ha sparso un po’ di sale sulle ferite. «Il ministro Damiano - ha detto - ha corretto i difetti della fase di rodaggio della legge Biagi. C’è stata molta retorica su questa legge, retorica che ora mi sembra superata». Secondo Tps, «è naturale che vi possano essere posizioni diverse nel governo» anche se «bisogna essere consapevoli che chi ha il potere lo può perdere».
«La sinistra antagonista non tiri troppo la corda», gli ha fatto eco il dl Renzo Lusetti, consapevole che «l’isterismo politico» dell’ala estrema può far fibrillare la maggioranza, mentre «il protocollo sul mercato del lavoro si muove nella logica riformista». Un messaggio identico è stato lanciato anche dal ministro Bonino la quale ha auspicato che «prevalga la ragionevolezza». Un eventuale «rompete le righe» è il pericolo numero uno per i riformisti. Il presidente della commissione Lavoro del Senato, Tiziano Treu, ha invece accusato la sinistra radicale di fare opposizione «perché si sente minacciata dal Partito democratico».


«Il governo è così debole che non riesce neanche a cadere e questo è un male», dice Giulio Tremonti. E Il responsabile Lavoro di Forza Italia, Maurizio Sacconi, non può che chiosare: «Ci aspetta un autunno caldo nel quale, se il governo non cadrà, non ci sarà comunque un impulso alla competitività».

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