I 70 anni di Giovanni Trapattoni sono i 70 anni di un'intera generazione, vissuta accanto a quello strano signore della panchina che ha saputo trasformare il suo passato di grande giocatore in un futuro di successo. I 70 anni del Trap sono soprattutto giovani, glielo si legge negli occhi anche adesso che guida la nazionale d'Irlanda e che per uno scherzo del destino si dovrà giocare un posto ai mondiali dell'anno prossimo proprio contro di noi, cioè contro di lui.
Perché a quel signore irascibile, educato e gentile del Trap l'Italia è rimasta dentro, anche dopo il fallimento coreano da ct che resta il più grande rimpianto della sua carriera. Lui che ha vinto tutto con la Juve e che poi si è saputo riciclare all'estero quando il suo Paese non l'ha voluto più finendo, per trionfare anche in Germania (dove è diventato un personaggio mediatico grazie al suo famoso sfogo - «Strunz!» - in conferenza stampa), Portogallo e Austria in un giro del mondo a cui ha costretto la moglie che lo voleva pensionato. Ma anche adesso, a 70 anni, Giovanni Trapattoni ha il fuoco dentro, glielo si legge negli occhi.
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