Marco, psst Marco: sono io, ascoltami. Puoi immaginare se capisco il Travaglio di scrivere una rubrica tutti i giorni: sembra facile, certo. Se poi devi scriverla su un quotidiano politicamente orientato (lo è il Giornale, figurarsi lUnità) cè il rischio di scagliarsi contro lavversario con automatismo, soprattutto sotto elezioni. Ecco, di questo volevo parlarti: le elezioni ci sono già state, Marco. Ti giuro: ad aprile. Ha vinto il centrosinistra di un niente, e ora cè addirittura un governo che è tutto da commentare, uno spasso: pacifisti che spediscono eserciti, forcaioli che fanno indulti, comunisti che liberalizzano, Di Pietro che vuole trasformare gli autogrill in case circondariali: cè un sacco di lavoro, Marco. Quindi attento, perché ieri su lUnità devesserti scivolato per sbaglio un vecchio articolo: inveiva contro Berlusconi e paventava «minacce, anatemi e smargiassate» a margine di due appuntamenti praticamente privati, ti sei persino scagliato contro il Giornale reo daver titolato, circa la posizione appunto di Berlusconi sulla missione in Libano, come tutti gli altri giornali: «A nove colonne», hai scritto. Marco, sono sette ormai da anni, sei davvero rimasto un po indietro, il tempo è passato e il Cavaliere ormai ha più capelli di te.
P.
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