Questa è arte, che diamine. Quindi il Global Warming, per una volta, non calcherà scene che pure sottendono l'ineludibile rapporto tra uomo e natura. «No, non intendo propinare sermoni o evangelizzare gli spettatori» spiega l'attore, regista e scrittore Pino Petruzzelli illustrando l'ottava edizione del festival «Tigullio a Teatro», in quei di Villa Durazzo a Santa Margherita Ligure. Edizione incentrata, come da premessa, su un viaggio tra montagne, boschi e giardini e dedicata a Mario Rigoni Stern, recentemente scomparso. Tre le serate organizzate dal Centro Teatro Ipotesi sotto la direzione artistica dello stesso Petruzzelli, di scena il 21 agosto per dar vita a «Con il cielo e le selve», spettacolo tratto da «Uomini, boschi e api» dello stesso Rigoni Stern. Il 22 agosto riflettori puntati su Armando Carrara, che insieme a Roberto Cuppone ha redatto una drammaturgia di «Le voci del bosco» dello scrittore Mauro Corona. Si chiude il 23 con «Variazioni sul giardino», di e con Lorenza Zambon, attrice e giardiniera che animerà una recitazione itinerante nel Parco della Villa. «Un'idea nata dal dialogo con un Sinti» spiega Petruzzelli, che a giugno ha dato alle stampe «Non chiamarmi zingaro», testo che sfida generalizzazioni e pregiudizi sui nomadi. «Non sapresti riconoscere un ribes da un mirtillo, mi ha detto. È vero, abbiamo smarrito la confidenza con la natura. Ed è questo che mi ha spinto a lavorare con Rigoni Stern, purtroppo scomparso prima di poter assistere al suo spettacolo, e a sviluppare il tema».
Compito che Petruzzelli, fedele alla propria poetica, si assegna con una piccola, enorme, aspirazione: «Stimolare il pubblico a trarre autonomamente le proprie conclusioni, evitando morali indigeribili».
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