Tre settimane di occupazione

Tutto comincia martedì 15 novembre in tarda serata quando un gruppo di 266 africani, tra cui molti eritrei, somali, etiopi e sudanesi, occupano il piano mansardato di uno stabile abbandonato di via Lecco 9, guidati dal gruppo «Ya basta» del centro sociale Casa Loca e dell’associazione «3 febbraio». Sono rifugiati politici che da tre mesi non ricevono il sussidio per motivi umanitari, di 430 euro, per mancanza di fondi. Il questore decide per lo sgombero, che non avviene. Il 18 una quindicina di poliziotti dell’ufficio immigrazione entrano nello stabile per controllare i permessi di soggiorno e le richieste di asilo politico. Tutti gli occupanti risultano in regola con in permessi e in salute, a differenza di quanto avevano dichiarato gli autonomi.
Il 19 Dario Fo incontra gli occupanti. Il 20 il Nobel, la moglie Franca Rame e una decina di volontari puliscono il palazzo, insieme agli abusivi.

Il 21 l’assessore alle Politiche sociali Maiolo incontra gli immigrati per offrire loro posti letto temporanei, in attesa di una successiva sistemazione in una delle strutture per rifugiati politici, e un programma di inserimento che prevede un corso d’italiano e l’avviamento lavorativo. Gli occupanti rifiutano.

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