La trovata Sindaco sfida le spie: «Metto on line le mie telefonate»

La magistratura ordina intercettazioni a raffica? E io metto le mie telefonate on line. Così un sindaco del Milanese, Loris Cereda (Pdl) ha deciso di spiazzare spie e spioni e dormire sonni tranquilli. La trovata, che il primo cittadino di Buccinasco si augura faccia proseliti, ha basi solide nella coscienza pulita di Cereda che assicura: «Non ho nulla da nascondere. E se devo essere intercettato da qualcuno allora preferisco che le mie telefonate siano completamente pubbliche». Una decisione presa dopo le ultime vicende che hanno coinvolto il premier Silvio Berlusconi. «C’è anche solidarietà nei suoi confronti, ma non è questo che mi spinge - spiega il sindaco -. Voglio soprattutto lanciare un messaggio di civiltà. Trovo incredibile che un politico corra il rischio di essere ascoltato in qualunque momento, che non sia libero di parlare con chi vuole e quando vuole, di esprimere una sua opinione». Il messaggio è stato lanciato ma per concretizzarlo occorrerà superare diverse difficoltà tecniche. «Da questo punto di vista effettivamente non so come si possa fare ma credo sia possibilissimo - ha precisato Cereda -. Io ho pensato ad uno spazio nel sito del comune, una finestra attraverso le quali ci si collega con il mio telefono: se non ho in corso alcuna telefonata ci sarà un segnale muto, altrimenti chi si è connesso potrà ascoltare la mia conversazione». Il primo ostacolo da superare è quello della tutela della privacy di chi chiama.

«Credo che sia risolvibile mandando all’inizio di ogni telefonata un messaggio - ha suggerito Cereda -. In modo che chi mi chiama sa che possiamo essere ascoltati da tutti, così se un amico vuole confessarmi che sta tradendo la moglie, non me lo dirà certo al telefono».

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