Tursi ai cittadini: «Blu Area valida, dovete pagare»

Sarà che Sanremo è in Liguria, sarà che i riferimenti alla nostra terra abbondano sul palco dell’Ariston, sarà che oltre al Comune guidato da Maurizio Zoccarato, anche la Regione è coinvolta direttamente fra gli sponsor di vari premi e premietti del Festival, sarà che i liguri e i genovesi, da Luca e Paolo che hanno aperto la kermesse al presidente della Rai Paolo Garimberti abbondano sul palco dell’Ariston...Sarà un po’ tutto, ma sono rimasto impressionato dalla mole e dall’intensità delle vostre reazioni all’esibizione di Adriano Celentano.
Nelle pagine nazionali, Alessandro Gnocchi, Maurizio Caverzan e tutta la nostra squadra sanremese ne stanno parlando abbondantemente e quindi ci sarebbe poco o nulla da aggiungere, da parte nostra. A me, ad esempio, al di là dei contenuti, la vera debolezza dell’esibizione dell’ex Molleggiato ormai Molle-Agiato (copyright Dagospia), è sembrata nella mancanza assoluta di ritmo. Un tempo, ai tempi di Fantastico, della tazzina di caffè di Bruno Gambarotta e di Svalutation, si correva davanti alla televisione per vedere Adriano, straordinario innovatore del linguaggio televisivo, capace di emozionare persino con il montaggio di uno spot di Joan Lui.
Poi, però, Adriano non è stato capace di capire che quando la provocazione è la regola, la vera provocazione diventa l’assenza di provocazioni; la vera rivoluzione, la normalità; il vero ribaltamento degli schemi, il rispetto degli schemi.

E così, martedì sera, nell’ interminabile, surreale ed incredibile sermone durato un’ora - senza riuscire a strappare un sorriso e con l’aggravante della complicità di Morandi-Papaleo-Canalis-Pupo, ridotti a spalle di un non protagonista - l’unica vera emozione è arrivata dal controcanto registrato e riprodotto da un televisore della splendida e commovente voce di (...)