Tutti i rischi della crisi India-Pakistan

L’ecatombe di Mumbai riporta ai ferri corti New Delhi e Islamabad, le due potenze nucleari in Asia del sud. Washington, alleata di entrambe, corre ai ripari lanciando un’offensiva diplomatica a 360°. Ieri il ministero indiano degli Esteri ha presentato la prima protesta ufficiale al Pakistan. L’India è certa che gli esecutori erano «tutti pachistani». All’ambasciatore del Pakistan, Shahid Malik, è stata consegnata una lettera nella quale si rimprovera al suo Paese il «fallimento nello sconfiggere il terrorismo che ha origine sul suo territorio». Il dito è puntato contro il gruppo Lashkar-e-Toiba, con sede in Pakistan e attivo in Kashmir. Dal canto suo Islamabad nega qualsiasi coinvolgimento e ha già minacciato di spostare truppe al confine con l’India.

Gli Usa - che con il Segretario di Stato Condoleezza Rice chiedono «piena collaborazione» dal Pakistan - hanno inviato a Mumbai una squadra di investigatori dell’Fbi per aiutare i colleghi indiani. Per la Casa Bianca al momento non vi sarebbe alcun segno di un coinvolgimento di Islamabad.

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