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"Piangeva ma non si è pentito". La verità sul selfie con Maria De Filippi

È stato riconosciuto in treno uno dei ragazzi che ha chiesto un selfie a Maria De Filippi all'interno della camera ardente. "Piangeva e rideva", ecco il racconto di chi ha viaggiato con lui

"Piangeva ma non si è pentito". La verità sul selfie con Maria De Filippi

Tra i "fan" di Maria De Filippi che hanno perso ogni briciolo di buonsenso chiedendo alla vedova di Maurizio Costanzo, nella camera ardente, un selfie, una foto ricordo nel momento di massimo dolore che si può provare nella vita, ce n'è uno che è stato riconosciuto durante un viaggio in treno e che non avrebbe mostrato il benché minimo pentimento.

Il racconto del testimone

Il video virale ha mostrato un ragazzo con zainetto nero, auricolari, ombello, occhiali da sole e barba chiedere il folle scatto alla De Filippi tra lo stupore dei presenti. Lo stesso si trovava a bordo di un treno: ad accorgersene è stato l'amministratore delegato di una squadra di rugby (Zebre Parma), Michele Dalai, in direzione Torino e di rientro da Roma. "Quando sono salito stava piangendo - ha raccontato a Repubblica - lui e alcuni suoi parenti, credo la sorella, la cugina e la figlia della cugina, sono stati tutto il tempo a parlare in modo ossessivo di quanto era accaduto". Inizialmente, però, l'ad non aveva capito di cosa si parlasse perché non era al corrente del video ormai diventato virale su Internet.

Dopo aver fatto un giro in rete, come lui stesso poi scriverà sul proprio profilo Facebook, ecco che lo riconosce: è senza dubbio lui. "Piangeva, rideva era un mix di emozioni - sottolinea Dalai - e non era pentito del gesto. Più che una brutta persona mi è sembrato un uomo inconsapevole di quanto aveva fatto, uno che davanti all'impulso di vedere un vip non ha resistito e ha comunque chiesto un selfie non considerando il contesto".

"Non voleva farsi riconoscere"

La cosa più grave, racconta Dalai, è stata la proposta di monetizzare quella situazione. "Faceva ipotesi sulle cose che gli sarebbero potute accadere ora che era finito al centro dell'attenzione. Interviste con 'Le Iene' o con 'Striscia la notizia' e diceva che grazie a un suo amico dirigente delle Poste sapeva già che doveva rifiutare". Dalai ha raccontato che i parenti del ragazzo da un lato erano eccitati dalla situazione ma dall'altro lato anche preoccupati di tutti gli insulti e minacce via social che stava ricevendo.

Una cosa è (forse) ancora più significativa: in tutto quel tempo trascorso durante il viaggio, tra una telefonata e l'altra, "nemmeno per un secondo ha detto di aver fatto una stronzata. Non una volta. Ora però dice che non ha mai avuto tante visualizzazioni", ha scritto l'ad su Facebook. Nel vagone, poi, il ragazzo e i parenti avrebbero anche provato a coinvolgere nella vicenda i passeggeri vicini ma non hanno ottenuto alcuna risposta. "Ma quando abbiamo capito che si trattava di lui è calato il gelo nel vagone, nessuno ha parlato. Mi hanno rivolto parola e ho risposto opponendo un cortese silenzio.

E in silenzio ho atteso la mia fermata".

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