La Ue studia un fondo, ma non solo per Atene

L’idea di una facility d’emergenza per i Paesi euro in difficoltà sarà al centro del dibattito, stasera, dei ministri finanziari dell’Eurogruppo a Bruxelles. Non si discuterà di cifre per il caso Grecia - soprattutto perché il governo di Atene non ha presentato richieste, almeno finora - ma di un possibile meccanismo d’intervento coordinato. Domani, all’Ecofin, si parlerà della normativa europea sugli hedge fund e di una stretta sui derivati come i credit default swaps. Delle regole Ue per rendere più trasparenti i mercati parleranno oggi Giulio Tremonti e il commissario al mercato interno, Michel Barnier.
Le «soluzioni europee coordinate», di cui il ministro dell’Economia aveva parlato giorni fa, sembrano dunque concretizzarsi. Fonti comunitarie parlano infatti di una possibile intesa su una «Euro area facility for coordinated assistance», uno strumento finanziario comune per sostenere i Paesi in difficoltà. Un meccanismo non ad hoc per Atene, ma valido per ogni evenienza. Oggi potrebbe arrivare un accordo di principio, mentre per i dettagli lavorerebbero insieme i tecnici della Commissione e una task force dell’Eurogruppo. Gli interventi non saranno bilaterali, ma coordinati in una cornice europea.
Nelle scorse ore si è parlato di necessità per 20-25 miliardi da parte della Grecia. «Non mi aspetto che dalla riunione vengano fuori cifre, o pulsanti da premere subito, perché sarebbe assolutamente prematuro», commenta però il ministro delle Finanze francese Christine Lagarde. «La Grecia - dice a sua volta il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble - merita grande rispetto per i suoi sforzi di risanamento. Ma non ci sono ragioni per prendere decisioni immediate sugli aiuti finanziari». Per dire di sì al nuovo, e costoso, fondo di assistenza, il governo tedesco pretenderebbe il rafforzamento del Patto di stabilità.
Quest’anno, Atene deve reperire sul mercato circa 53 miliardi di euro per fronteggiare le scadenze del debito pubblico. Per assicurarsi il sostegno dell’Europa, il governo Papandreu ha varato un piano d’austerità con forti tagli al deficit, che dovrebbe calare in un anno di quattro punti sul Pil.

Oltre al malcontento popolare, il premier greco deve anche subire gli attacchi dell’opposizione. Secondo Nuova Democrazia, Papandreu avrebbe taroccato i conti pubblici, gonfiando il deficit per colpevolizzare la destra in precedenza al governo.

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