Avremmo voluto dedicare più spazio e tempo alla «gioielleria» in vetrina. Siamo stati costretti a occuparci di crisi, di tensioni e di incomprensioni, veri leitmotiv del Nautico appena concluso. E anche di un «giallo»: la visita del ministro Corrado Passera, prima annunciata, poi annullata, infine confermata. È inutile girarci attorno, siamo nel pieno di una crisi senza precedenti che ha colpito sì tutti i settori, ma che ha letteralmente massacrato quello nautico. Chi paga? Non certo il ricco proprietario di uno yacht, bensì imprese e lavoratori: la disoccupazione cresce a dismisura, le aziende chiudono.
Abbiamo ascoltato le «scuse ufficiali» del vice ministro Ciaccia, un mea culpa tardivo che non è servito ad allentare l'offensiva fiscale scattata dieci mesi fa.
Evidentemente noi italiani abbiamo qualche problema con la madrelingua: senti parlare di equità, di stabilità, di rigore e sei costretto a sfogliare il dizionario «Sinonimi e contrari» perché qualcosa non torna. Segnali di buon senso? A oggi non pervenuti.
«Siamo formidabili a far scappare la gente. Non penso che gli evasori siano soltanto i proprietari delle barche. Quello che vediamo in questo momento è che i politici che non hanno barche sono più evasori di tutti quanti. Il vero costo dell'Italia è la politica, ne abbiamo un esempio nelle regioni». Parole e musica di Flavio Briatore in visita al salone. Si accettano improbabili smentite.
Dicevamo delle tensioni. Ha mille ragioni il presidente di Ucina-Confindustria Nautica, Anton Francesco Albertoni, quando chiede alle istituzioni liguri di lavorare insieme «per riprogettare il salone che così com'è non risponde più alle esigenze delle aziende e del mercato. Noi vogliamo rimanere a Genova, ma a costi dimezzati». Non ha torto Sara Armella, presidente di Fiera di Genova, da un anno e mezzo seduta su una polveriera. Le hanno consegnato una Spa pubblica colabrodo, frutto di altre gestioni non proprio illuminate. Non è attrezzata per i miracoli, ma almeno ci sta provando. Ci riuscirà?
In ogni caso, se gli obiettivi reciproci - Ucina e Fiera - non coincidono più, bisogna avviare subito le pratiche di divorzio. Ovviamente non vogliamo dispensare consigli, né suggerire strategie. Tuttavia da semplici osservatori abbiamo il dovere di rimarcare, per l'ennesima volta, come le contrapposizioni, il muro contro muro o quel parlare alla moglie perché suocera intenda, non portino da nessuna parte. Ce lo hanno insegnato i partiti politici che hanno sacrificato il bene comune agli interessi di bottega, in molti casi di botteghe personali. Regalandoci il governo Monti. E qualche barzelletta, come quella del senatore Tiziano Treu a margine di un convegno: «Dopo aver riparato gli sfasci di Berlusconi, Monti ha il tempo e i mezzi per rilanciare l'industria nautica».
Indovinello per educande: quale governo ha approvato (estate 2011) gli unici provvedimenti a favore del comparto nautico? Si prega di non fare nomi.
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