da Istanbul
In una MotoGP senza più punti fermi, con tre vincitori differenti in tre gare su altrettante moto, rimangono due certezze: i piloti italiani continuano a dominare, lo fanno ininterrottamente da 12 gare, Valentino Rossi continua a essere un gigante assoluto. La superiorità della Honda non si discute, con quattro moto ai primi cinque posti (e sarebbero state cinque su sei senza la caduta di Pedrosa), eppure Rossi si difende come un leone, porta a casa punti che gli permettono di essere in quinta posizione a 12 lunghezze dalla vetta. Edwards, con la stessa moto, arranca nelle retrovie. «Per come si erano messe le prove - è l'analisi del fenomeno - non mi posso lamentare di questo quarto posto e a ben vedere ho perso il podio per il dritto al secondo giro, che mi ha fatto perdere tante posizioni e secondi preziosi. Ma il problema è che la M1 è inguidabile, specie all'inizio, ed è anche per questo che ho sbagliato. La Yamaha è la prima moto al mondo che va meglio con le gomme consumate: vorrà dire che nella prossima gara monteremo pneumatici vecchi...».
Scherza come al solito Vale, ma la situazione comincia a diventare preoccupante. «Tutti i piloti Honda vanno forte e in una gara bella come questa mi sarebbe piaciuto essere là davanti a giocarmela.
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